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Tosca invita all’Amore ecosostenibile

da | Ott 9, 2022 | Arte & Teatro | 0 commenti

Teatro di Varese – 22 Ottobre 2022 – Tosca Opera in Tre Atti di Giacomo Puccini- Produzione Giorni Dispari Teatro

Il progetto della Rete Lirica made in Varese, vede la Tosca proiettarci verso un’altra data importante, il 22 Ottobre. Non senza una riflessione sulla bella Tosca (straordinaria l’interpretazione della soprano Renata Campanella, una conferma di deliziosa professionalità).

Tosca, una ragazza astuta, dotata di fine intelligenza, capace di essere amante, nobildonna e affarista. Riesce in tutti i ruoli che inconsciamente incarna ma, a quale prezzo?

E’ il quesito che pone a Scarpia (Marzio Giossi), intenzionato ad abusare delle proprie vesti poliziesche, a violentare il giuramento istituzionale per possedere meschino i suoi obbiettivi.

Tale interrogativo Floria Tosca di bianco vestita inizialmente, lo rivolge davvero a lui o, in fondo a sé stessa?

La regista Serena Nardi, colta, sensibile e attenta, già instilla il dubbio, affidandolo abilmente alle note di Regia.

Accettando l’invito di Tosca, con l’animo tormentato, afflitto, scevro da consolazione possibile, si incontra il vermiglio colore, carico di ombre, irriconoscibili e offuscate. Il sipario si alza. Ella -Tosca- mostra il mondo in cui vive, una dimensione caratterizzata dall’ingombrante presenza della plastica. Nel migliore dei casi ci preoccupiamo di gettarla con criterio seguendo la procedura di differenziazione degli scarti. Nel peggiore dei casi imbrattiamo i luoghi dove viviamo, sbarazzandocene, stufi di esserne sommersi. Ma la logica dell’usa e getta fino a quando regge?

Tosca prende un ruolo e se ne disfa, vive un sentimento e se ne disfa, fino a quando?

Il nostro piccolo Cosmo rispetta la legge della dualità e in quest’opera tale visione è manifesta nella scelta dei colori bianco e nero. A ben vedere anche il simbolo orientale Yin e Yang riconduce a questo inevitabile dogma. Entrambe le energie sanno addirittura che debbono coesistere e per un solo punto (è il seme del principio opposto) acconsentono a contaminarsi l’una con l’altra. In Tosca questo comporta il compimento della follia degna di una mente Noir. Gli abiti, senza quasi rendersene conto, sono neri.

Tosca: riconosce ella stessa la insana follia in Scarpia, difatti lo uccide.

Inevitabile è il parallelismo con Wilde ed i suoi Dorian, Basile ed Henry. Tosca, Mario (Danilo Formaggia) e Scarpia paiono esserne i corrispettivi gemelli.

Ma non tutto sarà perduto nonostante l’atto finale della Tosca che libera se stessa sacrificandosi. Sotto al velo di plastica che rischia di inghiottire l’umanità vi sono simboli indelebili: l’oro, un giovinetto, l’azzurro.

La Tosca che è ai Poli, rappresentante degli estremi del Divino e del Diabolico, fulgida Luce e Angelo Caduto, non si dimentica e trasmette questi lasciti. Sta a ciascuno di noi recuperarli, abrogando la plastica, rendendo la propria anima e membra ecosostenibili, partendo dal se è dai sentimenti.

<Ci si prostra davanti alle donne che hanno permesso questa meraviglia. Con un animo solitario, spaurito e forse disorientato, si è accolto il sipario. I colori di uno e dell’altro erano i medesimi.

L’Opera fa ciò che è inscritto in lei, nel suo nome, agisce, provvede, non lascia immutati.

Accettando il caldo invito della Tosca, attraverso questa straordinaria Dama, vogliosa di renderci partecipi del suo mondo, dei suoi capricci e gelosie, del suo folle modo d’amare, si aprono gli occhi.

Solo l’essere frettolosi fa cadere in un’opinione comune e scontata della Tosca, rischiando di portare dapprima un velo di cellophane come seconda pelle, infine restarne totalmente inghiottiti, sopraffatti.

Oh, Tosca ed il suo amato suggeriscono ben oltre, forse non lo si coglie nelle parole, bensì nei gesti, nelle mani avvinghiate, nell’estrema decisione di sacrificio ultimo, dove tutto cade e tace.

La presenza di un giovinetto accanto ad un’altra, nel groviglio che preannuncia l’epilogo: una chiave per poter accedere a quello che Tosca ha solo sfiorato, un Amore pulito e sano. Non ha avuto tempo, per uno strano volere del destino. Ha conosciuto quel tratto pazzesco dell’amore che può bruciare e lasciare rose di un colore innaturale, il nero

Non è il nero dell’oblio. Questa rosa del mistero ha le spine: le userò per squarciare la sottile plastica e vedere quel nascosto già declamato da Tosca. Mi trattengo ancora un poco. Per affezionarmi ancor di più a questa Dama. Per confidarle che l’animo ha mutato i suoi colori.>

Raccolgo il mazzo di rose nere, tutto dorme, è la Morte?

Cammino sullo scricchiolio del velo di plastica, intravedo una scaglia azzurra, così fioca! Scansando i mercati impositori di logiche consumistiche, inizio a strappare, qualcuno ha dipinto l’iride di Celeste. Chi sarà mai? In questa volta di Anima trovo il filo d’oro da seguire che conduce ad una nuova storia.

Verso il 22 Ottobre!

Si ringrazia con profondo affetto Serena Nardi, Mara Grisoni, Giorni Dispari Teatro, l’Orchestra diretta da Stefano Giaroli, gli artisti ed i tecnici. Si ringraziano il Teatro di Varese, gli enti istituzionali e le attività sostenitrici di questo progetto.

erica g.

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