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Conversazioni con la morte: sfida per i “Grandi”

da | Giu 12, 2023 | Arte & Teatro | 0 commenti

14 – 24 Giugno 2023 | La Cavallerizza [MTM Teatro] | Conversazioni con la morte – di Giovanni Testori, con Gaetano Callegaro, testo e regia di Mino Francesco Manni, assistente alla regia Marta Ossoli

Giovanni Testori un intellettuale Grande!

Quanti discorsi e parole produciamo ogni giorno? Tanti, tantissimi, troppi forse!

Come gli eventi, le feste, le uscite, le canzoni, i libri, le informazioni, quante ne escono da una società che radicalmente è da considerare sotto l’appellativo di digitale.

Spesso, per prendere respiro si chiama il silenzio, tra le sue pieghe, in modo simile a quando si accosta la conchiglia al proprio orecchio, si odono le voci dei ‘Grandi’. Ah, di quelle non ci si stanca, anzi! 

Le ore si convertono, c’è un ascolto attivo ed impressionante, tanto che se ne esce arricchiti, fiduciosi, consapevoli e pronti nella riflessione e nell’azione. La conversazione, di conseguenza l’ascolto debbono provocare stimoli, altrimenti non sarebbero efficaci.

I grandi questo lo sanno, lo hanno sperimentato umilmente per restituirlo con passione e affiatamento verso principi e ideali comuni.

Una premessa doverosa dato l’incontro con un attore, nonché socio fondatore della Cooperativa Teatro Litta – Teatro degli Eguali, la cui formazione ed esperienza è forgiata da una ricerca instancabile verso la qualità, la bellezza, l’autenticità.

Gaetano Callegaro, in un nome il viaggio dentro gli accadimenti e le vibrazioni necessarie, da raccogliere e fare proprie.

La possibilità di dialogare con questo grande uomo, una peculiarità da sottolineare con decisione poiché davvero si coglie la straordinaria capacità di essere e fare l’uomo nella dimensione più completa che tali espressioni vanno a definire, è data dall’evento che si terrà nel periodo 14 – 24 Giugno presso la Sala Cavallerizza di Milano.

Callegaro, la chiave di lettura personificata testoriana

Conversazioni con la Morte‘ di Testori sarà interpretato da Gaetano, per la regia di Mino Francesco Manni (ne ha adattato il testo) e Marta Ossoli (assistente alla regia). Tre degni <compagni d’arme> per portare ed elevare il genio di Giovanni Testori su un tema delicatissimo, quasi faticoso da accennare perché generatore di paura, timore.

L’autore medesimo riconosce che <i luoghi del teatro vincono e schiacciano i luoghi della vita> [cit. Testori]: confrontando tale affermazione con Gaetano, vi si ritrovano tante somiglianze nelle visioni e nelle proposte intellettuali. In particolare, nell’affermazione della pienezza del teatro quasi i due combaciano nella dimensione di una vita dedicata al motore, al fulcro di conoscenza e bellezza. Callegaro però senza rimpianto, bensì con una adesione alla soddisfazione su tutto ciò che ha creato e diretto con la Fondazione Palazzo Litta per le Arti Onlus e MTM (Manifatture Teatrali Milanesi) e, nelle numerose pièce come attore.

Gaetano avvicina la figura di Testori all’immagine vera di intellettuale, al pari di Pasolini. Impossibile apprezzarli nella loro epoca, assolutamente da portare nella quotidiana visione dell’uomo di oggi effettivamente impregnato di virtuale.

  • Chi è in fondo l’intellettuale?
  • Chi si interroga sulla morte, tornando alla produzione che invita a sondare un abisso, una vertigine, dopo quasi cinque anni dal suo primo tour?!

Non potevano che essere questi tre grandi (Gaetano, Mino e Marta) ad invitare ad una sala e ad assistere a quello che interessa a ciascuno. La parola fine in Testori diventa un cerchio che si svincola dalla dimensione, rimbalza e genera una eco capace di attraversare la storia di sé e dell’umanità in scenari diversi, affrontando perdite e relazioni imprescindibili. 

La morte scatena nel vivere umano digitale una guerra senza possibilità di appellarsi a qualsivoglia diplomazia. Ma cosa è la guerra? Anche qui Callegaro illumina e ridefinisce, dando un peso reale ad un concetto che spesso assume i contorni di un fardello.

La condizione umana è tale da poter recuperare valori passati, puntando comunque al domani. Consapevolezza, discernimento, gli incipit geniali lasciati in eredità da un estro come quello di Testori, non possono non essere chiosati, devono <diventare carne pulsante e sangue vivo nell’ attore, come in una specie di comunione rituale, con un pubblico di persone vive> [cit. Manni]. Riprendere le note di Regia e raccogliere una testimonianza preziosa attraverso Gaetano che si mette in discussione, ogni volta è un nuovo confronto, in cui apprende e sorprende persino se stesso (la magia di Testori celata maestosamente), non sono altro che la garanzia, il lasciapassare per affrontare un rischio.

Si ha bisogno di vivere il teatro perché c’è un uomo che parla, un pubblico che ascolta, le parole di Testori, sublimi, poetiche, mai definitive (n.d.r dalle Note di regia).

Gaetano sa che tenere un palco può essere diventato in questi ultimi anni un’azione semplice, da appassionati: c’è di più per essere Teatro, luogo e crocevia di qualità a favore di correnti intellettuali che non pretendono nulla se non di svegliare le menti, renderle capaci di fini intuizioni, di intellighenzia e di quella magia sensibile tipica dell’uomo consapevole della sua fine, pronto a dare se stesso affinché si possa dire ‘ne è valsa la pena’.

Si ringrazia Gaetano Callegaro per la squisita disponibilità e saggezza, Alessandra Paoli, MTM Teatro, Mino Francesco Manni, Marta Ossoli.

Per informazioni e prenotazioni a MTM Teatro – Sala Cavallerizza circa l’evento dal 14 al 24 Giugno qui il link-> https://www.mtmteatro.it/

erica g

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