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Cercando Bellezza: da Renzo e Lucia alle Fenici

da | Nov 24, 2023 | Arte & Teatro | 0 commenti

Ripercorrendo una Tappa | Cinisello Balsamo – Centro Culturale Il Pertini – Storie e destini dei Promessi Sposi: Renzo e Lucia. – Letture con accompagnamento musicale. Mino Francesco Manni, Marta Ossoli (voci); Silvia Mangiarotti e Francesca Ruffili (violino e violoncello) | Una riflessione verso…

… 24 Novembre – Orzinuovi – presso Centro Culturale “A. Moro” ore 20,30 | Spettacolo di e con Marta Ossoli “Le fenici”

C’è bisogno di parlare bene. C’è bisogno di sentire quelle vibrazioni nelle parole. E’ necessario riscoprire i classici, quelle storie che sono genitrici nostre, origini che ci appartengono.

Non è un linguaggio vetusto, antiquario, anzi! Solo l’apparenza e la superficialità ce lo fanno mostrare tale! In realtà, è sufficiente percepirlo, trattenerlo, lo si scopre familiare. 

E’ del tutto normale perché le radici da cui proveniamo, la terra natale che ci è trasmessa, emerge dolce e prepotente.

Perché il tratto inscritto nella propria sensibilità genetica, i caratteri fenotipici non si possono cancellare od oscurare. L’emozione potente emerge allorquando due Voci si uniscono e vivono la fusione con chi ha dato luce e respiri a storie, alla Storia, a ciascuno di noi in fondo.

Marta Ossoli e Mino Francesco Manni, conducono e si fanno spazio tra i passanti, per le vie dei luoghi manzoniani, di Renzo e Lucia, prendendo per mano, articolando un itinerario in cui vergare, chiosare proposizioni, emozioni, personaggi e situazioni che sono nostre! Solo, occorre spolverare un poco la memoria dei grandi e iniziare i più giovani a queste “storie”, brandendo il loro animo semplicemente comunicando direttamente, con il corpo, la voce, l’espressione, il silenzio.

Perché nel muovere l’aria grazie al corpo e alla voce, viviamo i personaggi di Manzoni, viviamo noi medesimi, per mezzo di Marta e Mino.

Il loro trascendere e muoversi genera un climax interiore che fa passare dalla commozione, al tremolio fino a giungere ad uno struggimento così laconico che sconfina in una gocciola, la cui forza incide senza remore, la roccia, che è ciascuno, con un solco indelebile.

Marta Ossoli, nella sua estensione espressiva, umana, femminile, ancor prima della dimensione artistica, offre la peculiarità segreta, con qualche tratto sinistro e dialettico, che alberga nella Perpetua di Don Abbondio. Diventa, lasciando che una brezza, quella che imporpora, impalpabile, le sponde dei rami del lago di Como, Lucia. Ed il suo Addio Monti è preghiera, è sacro oracolo di una madonna, integra in una compostezza sacrale, pur dilaniata dagli adii a cui deve sottomettersi.

Mino Francesco Manni, senza tregua, con vigore, quasi scatenando e interpellando forze mistiche (d’altronde Manzoni stesso eleva la Provvidenza come fulgido faro) si snoda tra i panni di Renzo, Don Abbondio, l’Azzeccagarbugli, Fra Cristoforo. Mino Manni e Marta Ossoli. Entrambe le Voci, portano un pezzetto del loro tragitto, evocando i momenti più salienti, i dialoghi imprescindibili, di Renzo e Lucia, dalla presa di coscienza di vedersi annullato il matrimonio, al dividersi dei due fintantoché non si abbia altre soluzioni. Nel racconto dei due amanti, sulle note dell’accompagnamento musicale da parte di Silvia Mangiarotti e Francesca Ruffili, rispettivamente al violino e al violoncello, si assiste ad una meditazione che si fa largo dentro se stessi. 

*

Mino dà una risultante degli uomini che è un caleidoscopio degli atteggiamenti, delle personalità presenti nella società manzoniana. Sbalorditiva è la similitudine con quanto vi è oggi nella quotidianità. C‘è il coraggio di lottare e la meschinità, c’è il potere e l’ardire di combatterlo.

– Le prometto che fo uno sproposito, se lei non mi dice subito subito il nome di colui.
A quel nuovo scongiuro, don Abbondio, col volto, e con lo sguardo di chi ha in bocca le tanaglie del cavadenti, proferì: – don…
– Don? – ripeté Renzo, come per aiutare il paziente a buttar fuori il resto; e stava curvo, con l’orecchio chino sulla bocca di lui, con le braccia tese, e i pugni stretti all’indietro.
– Don Rodrigo! – pronunziò in fretta il forzato, precipitando quelle poche sillabe, e strisciando le consonanti, parte per il turbamento, parte perché, rivolgendo pure quella poca attenzione che gli rimaneva libera, a fare una transazione tra le due paure, pareva che volesse sottrarre e fare scomparir la parola, nel punto stesso ch’era costretto a metterla fuori.
– Ah cane! – urlò Renzo.
– tratto da “I Promessi Sposi”

*

Marta è La Donna in tutte le sue accezioni. Colei che può origliare perché altro non le è concesso se non servire e <stare al posto>, la Madre che offre il ventre per proteggere, benedire e custodire, la Sposa che nel suo sì, trova il compimento di se stessa e di una volontà ancora da maturare. E’ il volto bianco, al pari della voce, che accoglie il pellegrinaggio doloroso, visualizzando un volere supremo, ancora irrazionale. Marta nel danzare vocalmente sui passi dell’addio, consegna la Fede e la Donna.

Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. – tratto da “I Promessi Sposi”

Seguire questo percorso in dieci tappe è un cammino, è affidarsi per circumnavigare non solo i rami lacustri, bensì noi stessi. E’ ri-scoperta della Bellezza, quella che salva, monda.

Un altro momento ci è offerto, questa sera come indicato nella premessa, possiamo vivere un Risveglio, quello de “Le Fenici” di e con Marta Ossoli. Qui maggiori informazioni.

Si ringraziano Marta e Mino Franceso, per la loro umanità, la bellezza che potentemente rivelano, la professionalità artistica, ancor prima la passione che da loro trasuda e si percepisce senza dubbio alcuno! Si ringraziano gli archi, Silvia e Francesca. Per l’ospitalità e la volontà di diffondere tale bellezza, la gratitudine va agli enti e le istituzioni.

erica g

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