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La Terra Trema: La Voce e Il Violino per Verga

da | Apr 23, 2023 | Arte & Teatro | 0 commenti

Cinisello Balsamo – Villa Ghirlanda 20 Aprile 2023 | La Terra Trema: Giovanni Verga | Recital per voce sola e musica. con Mino Manni, voce recitante e Silvia Mangiarotti, violino

Incontrando Giovanni Verga

Vi siete mai chiesti da cosa è fatta la pioggia?

Può sembrare una domanda così sciocca eppure, della sostanza fredda, insistente, scivolosa, inizialmente diffidente nell’entrare in contatto con la pelle, infine quasi gaia nell’aver penetrato la barriera cutanea, dall’aspetto sornione e tronfio per aver primeggiato e mietuto l’uomo, convertendolo alla noia, alla ritirata, alla resa. Perché nella pioggia l’uomo spesso cede, tremante ai mille frenetici vizi costruiti da carne, dagli scheletri di rozzi desideri, da mendaci passioni.

Forse è il momento di buttarcisi sotto la pioggia infernale di un temporale, di un tanto atteso diluvio, rotolarsi in mezzo alle zolle di terra che vengono scalfite, la dolcezza è dimenticata, c’è il rude temperamento del fluido impazzito, crudo, violento, di chi è figlio? Oppure a chi risponde tale impetuoso fare?

Ce lo si immagine e lo si sente su di sé, vinti e raggomitolati come embrioni fetali, questo impasto che si spalma sulle braccia, sulle membra, sulle labbra. Acqua, fango, singhiozzo, l’isteria di un riso.

Si schiudono appena le palpebre, strizzandole tra la poltiglia fangosa che pure si appiccica: la singola goccia di acqua distinta, pulita, pura, cade perpendicolarmente, con una precisione balistica perforando il terreno, sollevando un’orda di granuli di diverso spessore, quasi un amplesso violento. Eppure, l’acqua non abuserebbe mai della Natura e dei suoi viventi, il suo è un agire volto ad illuminare le coscienze, a scuotere la bellezza.

Nel tremore vi è lei, quella Vergine dimenticata, che conduce attraverso La Voce di Mino Francesco Manni e la Musica del Violino di Silvia Mangiarotti, nell’assordante silenzio della trepidazione, dello spasmo rivelando quella dura nudità così familiare a Verga.

Chi è davvero l’uomo Verga?

Giovanni Verga, un verista, un uomo che narra la sua Terra siciliana e il suo periodo milanese. Tanto si può dire e trovare su questo scrittore eppure è sublime rivelarne la potente testimonianza attraverso gli aneddoti di chi lo incontra, attraverso i suoi libri, le sue novelle, nella quotidianità. I personaggi di Verga sono assolutamente comuni, assolutamente vicini e affini al tempo in cui viviamo, anzi, trasversali ad ogni tempo. Perché Verga parla di “vinti” e di episodi che possono essere vissuti direttamente, ascoltati attraverso i media, letti sui Social, studiati come casi di dipendenza.

Cosa ci trasmette Giovanni Verga?

  • Perchè è così difficile incontrare qualcuno che pur di levare tutta la “robbba” agli altri, accumula ricchezze su ricchezze, “non tiene” moneta, investe nella terra e nelle bestie fino a quando non si accorge che il tempo sta per scadere, nemmeno in quell’ora, nemmeno dinanzi a sora morte si ravvede, piuttosto ammazza e quasi incendierebbe tutto, pur di avere la “sua robba” con sè?! [La Roba – G. Verga]
  • Ed è così assurdo che un divertimento si possa tradurre in un epilogo sanguinoso, mortale, macabro per mano di tre ragazzi intenti in una scampagnata, infatuati dall’incontro con una contadina, accesi dalla tentazione di uno sguardo ammonitivo, travolti dalla diabolica e perversa gola della seduzione, lussurioso godimento che finisce nella stretta agonizzante e asfissiante di due palpebre bianche, capovolte, accerchiate dal contorno bluastro in una esanime giovine spezzata, al pari di un fruscello da gettare nella stufa?! [La tentazione]
  • I Malavoglia: sovvengono i ricordi scolastici, l’apprezzamento di una famiglia, delle disavventure e della speranza ridotta agli spiccioli. Certamente le decine e decine di segnalini colorati nell’evidenziare e mantenere i passaggi cruciali del libro, avrebbero portato a sorridere all’uomo – scrittore Giovanni che poco ha conosciuto la felicità, tanto da arrivare a scrollare le spalle e constatare come sia pressoché impossibile apprezzarla.
  • Ripercorrendo di nuovo il tremore la figura di Mastro Don Gesualdo alla fine dei suoi giorni e la femminilità sciupata coscientemente di Peppa [L’Amante di Gramigna] troviamo tutta la poetica di Verga, nessuno è risparmiato dalla visione di cruda sconfitta, animata sia dall’appassionato volume e tono timbrico di Mino, sia dal violino che segue la propria umana e incornicia con equilibrio e armonia tutta la tragicità del poter evolversi senza pagarne dolorosamente le conseguenze, del baluardo sicuro delle mura familiari, dell’amarezza legata alla terra, alla condizione umana che arranca ad una gioia non rilevabile.

Il viaggio recitato, intercalato con la personalità giovane, squisitamente attraente del violino solista, conduce nel magma pulsante del brivido provocato dalla pioggia unita alla terra. Il coraggio descritto da Mino, interpretando Verga, è manifesto in lui stesso tanto da onorarlo con un silenzio di gratitudine e devozione verso un lascito del cui valore ancora non si comprende appieno la portata. L’apice sconvolgente ha la forza paragonabile di una scossa turbatrice, rapisce e riporta in poche frazioni di istanti, lì si avverte quanto sudore vi era sulla fronte di Verga nel macchiare le pagine, dando origine così a quegli eroi denominati “vinti”. 

Il coraggio trovato per giungere dinanzi al quesito sulla pioggia è il medesimo nell’individuare la risposta circa la condizione di noi uomini, di me uomo dell’oggi: sono un vinto, oppure che me ne faccio di cotanto coraggio?

Si ringrazia Mino Francesco Manni per la professionalità, l’umanità e la passione per la Bellezza; Silvia ed il suo violino per la cornice di squisita raffinatezza; il Comune di Cinisello per l’ospitalità .Il prossimo appuntamento è il 27 Aprile con “Io sono Figlio del Caos: Luigi Pirandello“, voce di Mino Francesco Manni, la voce e il canto trascendente e magnetico di Marta Ossoli, la chitarra di Mattia Signaroldi, presso Villa Casati Stampa per info segui qui].

erica g

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