flexile-white-logo

Forza Venite Gente … a Varese!

da | Nov 14, 2022 | Arte & Teatro | 0 commenti

11 Novembre 2022 | Teatro di Varese | Forza Venite Gente – il Musical

<Signorina mi dispiace. Frate Francesco col quale doveva parlare è impegnato nelle prove, se riesce a liberarsi per tempo volentieri potrete conoscervi!>

(Tono della voce pacato, equilibrato e comprensivo, riconoscente del lavoro altrui) – Ma, fate un pò ciò che credete. Ho pazienza e aspetto, immagino che ho davanti Frate Leone, il braccio destro del Maestro, nevvero?

Mi sa dire perché in piazza c’è un folle, anzi forse due, che gridano a tal punto da far confondere le voci in circolo? Francesco è un Santo o un degenerato (cito testualmente le parole del padre)? Frate Leone cosa scrive per conto di Francesco? Che prove deve fare, non certo di indumenti?!

Quel ragazzo le cui guance non avevano ancora assaggiato le intemperie della vita e delle lame da barbiere, mi sorrise senza dire niente, si rimise a fare ciò che aveva interrotto, spostare sassi su altri sassi.

Volevo suggerirgli che non sarebbe bastato a tenere in piedi un muro ma il vento mi riportò in Piazza.

Avrei parlato con Francesco?

Questo interrogativo era diventato un tormento.

In quella zona centrale mi scontrai di nuovo con quell’uomo barbuto (Bernardone), aspro, brontolone che declamava la pazzia del figlio, il pianto perpetuo della moglie francese, la ricchezza di carri e carri di stoffe. Accanto a lui una povera donna, La Cenciosa, sbadatamente con il primo pensiero l’avevo liquidata come isterica. I suoi occhi invece erano astuti, buoni, intelligenti. Lei aveva capito tutto, lo intuivo. Era una di quelle persone che si discostano dal mondo perché lo guardano dal basso verso l’alto.

E chi mai guarda una persona dai piedi?

Dovevo trascorrere un po’ di tempo in solitudine con questa Cenciosa, avrei ricavato qualche informazione in più. Ma, se prima il vento mi ha forzato ad ascoltare un dibattito in una piazza storica come quella di Assisi, adesso la Notte pretendeva da me pegno.

Mi arresi, addormentandomi, in un luogo imprecisato.

Il dialetto umbro, conservato nell’accento, fluido nello scorrere attraverso l’udito mi ha permesso di cogliere quanta semplicità e chiarezza è racchiusa in una serie di eventi storici, se vissuti immergendosi nello stile e nell’epoca. Il gesticolare, la genuinità di parole comuni, informali, la complicità di affiliazione tra quel Bernardone e la Cenciosa. Francesco aveva sì risposto al Padre suo, seppur mantenendo costanza nel pregare per la pace nel cuore di Bernardone. Da giovane Francesco parlava durante la notte, assiduamente, facendo credere di aver perduto il senno. Anni dopo Bernardone si ritroverà a parlare alle stelle, udendo poco dopo Cenciosa. Bernardone infine, lascia cadere ogni forma di tirchieria (dettata da una mentalità tipica di un mercante che si è fatto da sé), regalerà il Pane a quella donna reputata pazza.

Il Lupo. Che poi in fin dei conti era un brutto ceffo, un uomo sinistro. Ciascuno di noi lo è, senza rendersene conto. Ci sono delle tenebre in cui ci piace muoverci, fanno sentire a proprio agio. Sarà quell’Angelo Caduto a dipingerle così bene. Affascina eppure il seme divino che è dentro ad ogni uomo, freme, colto da febbri convulse, si rigira e si ripiega. Ha bisogno di altro per gemrinare. Le mani del Poverello lo acquietano, la fiducia che piano piano è conquistata a macchia d’olio, lascia posto solamente ad una triste figura che ha pieno diritto ad entrare in scena. Dinanzi a quella, anche Lupo, si inginocchia perché sa quale compito Sora Morte deve adempiere.

Il destino di chi nasce. Francesco ne ribalta la visione. Ama sora morte e ne intesse laudi. La ingloba nella perfetta letizia.

La bellezza e l’amore totalizzante di Francesco infiammano i tiepidi, porta il Natale, riassume la Pace, recide una chioma per innestare un velo da monaca, santifica e quasi incrina il braccio gelido di Morte. Ma ella – Sora Morte – lo custodisce, rapendolo al povero diavolo e consegnandolo al Padre, come è suo diritto.

Il figlio torna a casa.

Una musica alta e festosa acclama “Forza Venite Gente”. Ma… dove sono?

Ricordo dei frammenti: “24 piedi siamo- andiamo – frate Leone – perfetta Letizia – fare l’amore con Madonna povertà”. Un capogiro sarà stato! E’ tardissimo, ho una chiamata importante con chi veste i panni di Frate Francesco, sicuro che risponderà prima Bernardone, ah, ad averlo saputo prima!

Speriamo di fare in tempo a stringere la mano, il tour invernale è partito proprio nel Teatro di Varese!

Un affresco vivente di missione. Quei ragazzi non sono solo attori, non hanno recitato, sono stati folgorati dalla missione, loro non recitano, fanno molto di più, sono essi stessi simboli uniti nel Tau di Francesco!

Si ringrazia tutto il Cast artistico e tecnico di Forza Venite Gente e l’accoglienza calorosa del Direttore Filippo De Sanctis e del Teatro di Varese

Per seguire il tour di Forza Venite Gente cliccate qui -> https://forzavenitegente.it/date-e-biglietti/#

erica g.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts: