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Fabrizio De André, Luigi Riva e la Poesia al Vento

da | Apr 18, 2023 | Arte & Teatro | 0 commenti

“Riva De André – Amici Fragili” di e con Federico Buffa, Marco Caronna, Alessandro Nidi | Teatro Giuditta Pasta di Saronno

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
Quando a te la sua anima
E al mondo la sua pelle
Dovrà riconsegnare
Quando verrà al tuo cielo
Là dove in pieno giorno
Risplendono le stelle
[da Preghiera in Gennaio – Fabrizio De André]

Densità fatta di Silenzi, Sigarette e Whisky. Ancora, densità fatta da “due pietre miliari” della Grande Storia italiana, forse nemmeno se ne rendevano conto di essere quegli uomini che riescono a modellare i volti degli eventi, delle correnti. Non lo immaginavano, semplicemente perché a loro dei sogni di gloria poco importava.

La loro quotidianità però ci lascia una eredità che la memoria traduce in una poesia da evocare in un linguaggio vibrante, il più aderente possibile al fatto storico senza venir meno ad un lato concreto immaginativo.

Questa densità è realizzata da Federico Buffa in un magistrale racconto portato sul palco con il titolo “Amici Fragili”. L’unico incontro tra Luigi Riva e Fabrizio De André avvenuto nel 1969 a Genova, è trasmesso con il trasporto che Federico utilizza rapendo l’attenzione e trattenendola sino alla fine.

Fabrizio e Luigi: da dove inizia la storica Poesia?

Buffa Federico Marco CArona Nidi

C’è un inizio che vede due cabine telefoniche, una rossa ed una blu. Conoscete la storia della Cabina Telefonica di Otsuchi? E’ stata inventata da Itaru Sasaki, in memoria di suo cugino, la cornetta c’è, la linea no. Accanto ha un taccuino dove lasciare i propri pensieri. Sasaki si recava ogni giorno per parlare con suo cugino, affidare le parole al vento, trovare la pace insieme al suo caro. Dopo lo tsunami, molti trovarono conforto e rifugio in questa cabina.

Anche per Fabrizio e Luigi possiamo facilmente immaginare i momenti in cui alzano questa cornetta per parlare. Il vento fa il suo dovere, sempre.

Non sono affatto dei chiacchieroni, anzi! Sicuramente si confrontano sui loro modelli da cui hanno tratto e traggono ispirazione. Modelli calcistici per Luigi, chansonniers francesi come Georges Brassens per Fabrizio.

Differenze e punti in comune, uno su tutti Luigi Tenco, ascoltato da Riva e amico determinante per De André  tanto che arriverà a dedicargli “Preghiera in Gennaio” per l’ultimo saluto. Questo testo rapisce il campione calcistico.

Dio di misericordia
Il tuo bel Paradiso
L’hai fatto soprattutto
Per chi non ha sorriso
Per quelli che han vissuto
Con la coscienza pura
L’inferno esiste solo
Per chi ne ha paura
[da Preghiera in Gennaio – Fabrizio De André]

Due figure “randagie”, arrivate in Sardegna per variabili della vita quasi assurde. Chi avrebbe pensato che un ragazzo di diciannove anni da Leggiuno sbarca nell’isola delle pecore e del vento e, a questa terrà, dedicherà la sua carriera e donerà in fondo anche un pezzo di cuore?

Fabrizio giunge all’isola da adulto, con tanti sogni e la sua amata Dori. Faber, il suo soprannome, evoca la marca dei pastelli, delle matite colorate, l’artista inscritto in lui, nato in una città di mare – Genova -, tifoso del Genoa, troverà nell’isola sarda un’alcova di protezione per il suo temperamento.

FEDERICO BUFFA – AMICI FRAGILI La storia di un incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De André di Marco Caronna e Federico Buffa Marco Caronna chitarre, voci, chitarre, percussioni Alessandro Nidi pianoforte regia Marco Caronna

Il tempo scorre, le parole sono state dette, quando la loro presenza diventa ingombrante torna il silenzio, quando si espande così tanto e si dilata fino a chiedere ulteriore spazio, Fabrizio dona Luigi la sua chitarra, Riva ricambia con la sua maglia numero 11.

Ciò che accade ascoltando Federico che insieme a Marco Caronna (regia, voce e chitarra) ha realizzato i testi di questo progetto, coinvolgendo Alessandro Nidi (pianoforte) e l’intervento speciale di Paolo Fresu, è la più alta forma espressiva di memoria, omaggio, verità.

Un incontro di una sera tra due caratteri schivi, rispettosi, introversi diventa l’albero della vita con gli arricchimenti fatti da Buffa: non solo storyteller, piuttosto uomo che ricava e rivela l’umanità di quelli che vengono classificati campioni, artisti, geni, ribaltandole la visione di semplice gloria, indagando con maestria e poesia. Questi rami sono un variopinto e dettagliato brainstorming che commuove, fa trattenere il fiato, sorprende e concede infine un lungo applauso al lavoro appassionato portato sul palco e a questi due giganti fragili amici.

Ascolta la sua voce
Che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento

Dio di misericordia
Vedrai, sarai contento
[da Preghiera in Gennaio – Fabrizio De André]

erica g

Si ringrazia l’attenzione e la disponibilità nonché l’accoglienza del Teatro Giuditta Pasta di Saronno, Federico Buffa e coloro che hanno realizzato questa intensa produzione

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