flexile-white-logo

Voglio andare sulla Luna, Io, e Tu?

da | Ott 31, 2021 | Arte & Teatro

_GOF2828-2

Ho cercato di convincere tutti i medici che il mio fisico regge all’impatto della partenza della navicella spaziale, regge a quel periodo senza la gravità terrena!

Voglio gridare ai medici che regge quel dannatissimo cuore nonostante abbia ventricoli capaci di ballare e giocare a volano a loro piacimento.

Fosse l’ultima cosa che faccio, voglio andarci sulla Luna e poi, ma sì, che il cuore scoppi pure!

In fondo cosa sono? Un esperimento. Un campione di prova. Un pensiero inconcluso. Una effimera protuberanza di qualche sinapsi. Un essere inutile la cui esistenza è stata decisa davanti ad una sbronza indimenticabile. Ah doveva essere una di quelle vite da Kolossal Ed invece? Nemmeno la parte del suggeritore!

Mia madre, nata anche lei ed illusa allo stesso modo! Me lo diceva sempre, di pensare a chi ci vuole bene, così non lo dimentichiamo, non evapora, non si confonde nell’aria! Sì, mia madre è sulla Luna, ancora per poco però! Solo io oramai la penso, nessun altro! Perché tutti gli altri amici, nati da intere domeniche insignificanti trascorse davanti ai tasti di pianoforte, fumando narghilè, conversando improbabilmente, ora sono diventati molecole gassose. Esperimenti effimeri anch’essi. Insignificanti. Forse presuntuosi. Meritevoli però di una possibilità.

Ma Lui, non ha elargito tale grazia. Ha mandato avanti altri personaggi. Mia madre, i suoi amici, io, no. Non eravamo all’altezza.

Chissà se almeno per un momento ci ha voluto bene, mi ha voluto bene. Glielo vorrei domandare, ma a che servirebbe! Solo a far aumentare le possibilità di aritmie. E questo i medici non lo vogliono.

Lì, sulla Luna, c’è l’ultimo ricordo di mia madre. Ci voglio andare.

Proprio ieri una compagnia di giovani ballerini annunciava uno spettacolo acrobatico e, le tecniche di salto impiegate per danzare, sono le medesime di chi si allena per andare sulla Luna.

Basta avere un appoggio, il sellino della bicicletta, il piano di uno sgabello, sono sufficienti!

Sto perdendo la memoria oltre che i battiti del cuore! Non ricordo davvero…inzia con la lettera… oh, sì “K” di koala! Ma quei danzatori così bravi e posati non avevano nessun simbolo associato a quel tenero bricconcello australiano. K, k… ma certo Kataklò!

Potrei chiedere delle lezioni a loro! Solo che portando con me la bici appena hanno visto una due ruote argentea e fiammante, quei ragazzi se la sono data a gambe!

Loro vogliono diventare importanti, giustamente, devono scoprire il mondo, trovare il senso di un’esistenza per cui non avvertire l’inadeguatezza, la routine dello “svegliarsi-fare tante cose-prendere sonno”!

Mi hanno lasciato il biglietto da visita di un loro Insegnante, Tonino. Mi hanno suggerito oltretutto di confidarmi con Titina, lei chiede la stessa cosa da chissà quanto tempo!

Sulle due ruote i ragazzi se ne vanno, sono acrobati splendidi. Il mio cuore sibila, meglio affrettarsi.

Penso all’indovinello.

Aspettatemi prima di andare, su quel veliero che avete costruito, ci salgo anche io. Voglio andare sulla Luna. Là c’è l’eternità.

Si ringraziano il Teatro Giuditta Pasta di Saronno e l’attento ed eroico direttore Oscar Masciadri, la Compagnia di Ballerini Kataklò e la Compagnia Teatro Blu di Cadegliano con Silvia Priori e Roberto Gerbolés per questo tributo straordinario al Maestro Fellini e per aver acceso ancora la Speranza e il Sorriso.

0 commenti

Related Posts: