flexile-white-logo

Bozzetto di Barbara tra spicchi di cielo e strappi eleganti di stoffa

da | Set 27, 2020 | Lifestyle

IMG-20200926-WA0012

Chi si soffermerebbe col pensiero e con gli occhi ad osservare la meticolosa artigianalità ben nascosta in un bollitore per tè ed infusi?

Un quesito inaspettato come la ricerca di un dono tanto particolare, come la fila di negozi artistici per i sobborghi di Roma, – veri gioielli della città-, come un’amicizia – di cui ne sono riconoscente ma forse non abbastanza!- nata tra le fronde di siepi, di un caldo Sole ed il finire del Meriggio. Una ragazza, Barbara Nardello, una stilista inaspettata e colma di effervescenza, sorriso e carisma.

Qualche giorno fa mi è capitato di scorrere notizie, ricette, ultime dal mondo; sentivo il telefono squillare, passanti richiamarsi con cenni tipici da città portuale!

Mah, dove è finito quel benedetto ordine? Sto per alzarmi e recarmi a trovare qualcosa che occupi spazio tra neuroni, quando un video condiviso sulla Pagina Social di un delizioso negozietto di nome Biblioteq, scoperto così, rosicchiando nicchie alternative ed esclusive -mi si conceda l’inciso affinché chiunque passi da lì entri e possa conoscere i meravigliosi te proposti da Claudio!-, mi trattiene.
C’e una musichetta, un tavolo liscio come la pelle di una pesca, color legno di noce, un supporto di materiale che non conosco, un ometto giovane e robusto, dal taglio orientale che con mani abili lavora una melma la cui tonalità è tra il terriccio e l’argento.

Una musichetta soave e qualche colpo di martelletto… dita che sollevano, stendono, lavorano minuziosamente, modellano: tutto ricorda il magico fotogramma di Ghost! Ed infine ecco, il tipico bollitore giapponese del te.

C’è una macchina da cucire in mezzo a quella stanza in penombra. Lucida, appena passata con lo straccetto intriso di grasso. Appare il ritratto di una fiaba e forse lo è.

Quella bambina con in mano un blocchetto di fogli bianchi da disegno inizia a tracciare curve e linee

Intanto la stanza si riempie di figure totalmente bianche nel vestire e nel mostrarsi (vi è argilla bianca sui volti). Portano lungo i corridoi, con il loro passo cadenziato e fiero, Arti e Mestieri, interpretano tratti quotidiani e Storici. Si odono i versi di Cesare Pavese ‘Lavorare stanca’.

“Traversare una strada per scappare di casa

lo fa solo un ragazzo, ma quest’uomo che gira

tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo

e non scappa di casa.”

I vizi e i tratti delle persone (ad onor dell’etimologia in latino questo termine indica maschera) sono così esposti: saranno mondati?

Una figura si siede davanti alla macchina da cucire, mima il lavoro di una donnina dedita a lavorare sodo con filo, ago e ingegno.

Solleva lo sguardo verso la bimba ed entrambe pronunciano ‘Barbara‘ con stupore.

La piccola guarda il filo, la ragazza posa gli occhi sul bozzetto appena realizzato; l’una s’alza e continua il cammino per le vie assieme ai compagni (n.d.r. sono gli Attori Bianchi della Compagnia Silence Teatro), l’altra sfoglia pagine bianche iniziando a colmarle di linee ed idee.

Passione, metodo, cautela, determinazione, carisma: inizio così a tratteggiare (uso un termine del gergo appartenente agli stilisti) il bozzetto di Barbara.

In un vestito c’è movimento, ci sono tante mani che hanno portato alla realizzazione di un capo. Ci sono fatiche e sospiri.

La strada, piccola donnina è dura ma il tuo carisma ti ripaga e sei frizzante, gioiosa, focosa… sì questo trittico ben ti può vestire!

Ma cosa dico?! Sei tu che hai intrapreso tale via! E guarda, osserva le vie dove abiti, le nuvole che si  sono mosse e ti hanno portato pioggia e sogni e qualche lacrima?! Ti hanno portato quegli angeli assieme alla brezza, in silenzio donano scaglie di memoria, di risate, di studio, di ore sul tavolo da cucito e poi su scrivanie sempre più all’avanguardia, ma tu sai che tutto parte dalla testa e dal cuore.

Angeli che si insinuano negli angolini di città, tra due atri e due ventricoli. Guardano il cielo e poi dolcemente accarezzano la terra ed i suoi abitanti: che potente messaggio recano per noi questi angeli! Sì, dovranno tornare in patria ma ci confidano che restano con noi in qualche modo, e presto potranno di nuovo essere qui… (n.d.r. Come angeli dal cielo ed Urban angels di Silence Teatro).

Ci sei anche tu, Barbara, gioiosa ed innocente nella bellezza che porti e che mostri evocando la fanciullina sempre presente in te! La bambina testimone di una ricerca costante e dinamica, dell’arte e della moda a servizio degli altri.

Barbara eccoti perciò alle prese con esami, scuola; lo scorrere del tempo pone te alla guida di una squadra che diventa una famiglia: “Creative Fashion Room”!

Dare voce a sé, agli altri, cogliere e portare alla luce non solo lo stile ed il gusto ma anche la missione di un talento.

Barbara quella bambina nella stanza ora è una ragazza che fa i primi passi sulla passerella consapevole che la moda intesa come Arte e ricerca del Bello è la strada tracciata su di sé… “ci si arriva, ognuno giunge alla propria con peripezie … ma ci si arriva.” (n.d.r parole citate da Barbara).

Il corpo lo si percepisce, la gestualità si confonde armonica con la stoffa.

La ricerca di una espressione, di un muscolo del viso disteso a testimonianza di un rilassamento soave o al contrario quelle fibre si contraggono e volgono ad una smorfia di stupore sinistro. Il braccio si irrigidisce.

Il corpo si curva su se stesso. La stoffa prende una strana piega.

Quella bambina e quella ragazza vedono arrivare verso tale figura una donna piena di brio e coraggio.

Cauta, indossando guanti, prende la figura e si muove delicatamente con lei. Il braccio destro solleva il sinistro, un palmo di mano alza il mento, linee di argilla che vengono spalmate con devozione, stoffe appuntate. Ecco, ci siamo! Ora la figura rivela con serenità la voglia di attesa di speranza.

Quella donna, appena concluso questo rito, si gira verso le altre: “siamo stati cauti ma era necessario.”

Barbara ha guidato il suo Atelier in un periodo difficile (emergenza sanitaria 2020) con coraggio, audacia, spirito conservativo e protettivo, anticipando la scelta di chiusura. Idea vincente tanto da far apprezzare la sottile finezza di quest’artista!

Un foglio bianco, una sfida, una matita od una penna, aghi di spillo,  broccato… tutto è semplice e quasi scontato… ma Barbara sa che dietro a quelle cose vi è una generazione a cui mostrare possibilità di stile, di bello, di moda che esprime il sé.

Barbara: da un bozzetto ad un sogno che cammina indossando ben più di un paio di scarpette di cristallo. Indossa la vita, tra speranza, organza e genio, animato dalla passione!

C’è un angelo con in mano un bollitore in quell’angolo lì, che posa! E che finezza quell’oggetto ben fatto che restituisce certezza e solidità! – forse non ve l’ho detto ma ci troviamo nei capillari del tessuto muscolare cardiaco di Barbara!

Un grazie di cuore, per l’appunto!, a Barbara Nardello e a tutta la sua splendida famiglia (Carmen, Beatrice e tutti loro) unita nell’arte, nella moda, conservando la nobiltà e l’eleganza di cuori semplici!

0 commenti

Related Posts: