Varese Summer Festival – Chiusura e Nuovi Orizzonti | Paolo Crepet racconta e invita a mordere il cielo
Mordere il cielo per Paolo Crepet è non avere paura dei sogni e lottare per i propri obbiettivi.
Questa l’estrema sintesi della serata di chiusura del Varese Summer Festival a Varese che ha visto il noto psichiatra raccontare aneddoti e storie per sensibilizzare e accendere di nuovo la scintilla dell’umanità.
A proposito della seconda edizione del Varese Summer Festival…
Filippo De Sanctis (Direttore Artistico), Enzo La Forgia (Assessore alla Cultura) e Davide Galimberti (Sindaco) portano impressioni favorevoli sui quindici giorni ricchi di eventi, emozioni, soddisfazioni. Gli appuntamenti raddoppiati rispetto alla scorsa Edizione, l’impegno importante e i dati di risposta significativi fanno avanzare riflessioni e slanci futuri.
Varese Summer Festival diventa sicuramente un evento di tradizione per la stagione estiva in città, raccogliendo un bacino di utenti provenienti dai Comuni vicini, dal comasco, da Milano e dintorni e, per alcuni eventi, anche dall’estero. Varese vede perciò un flusso di turismo legato alle proposte culturali, un campanello affinché la memoria storica dei frizzanti anni passati, promuova menti illuminate. Questo non può che essere pregio e vantaggio: vi è la possibilità tangibile e concreta di mostrare a offrire le bellezze del territorio, il patrimonio storico e artistico sotteso alla realtà della città di Varese e delle perle di provincia che la circondano. L’attenzione è stata posta verso i luoghi e la conservazione di questi: nessun impatto “stonato” ma l’armonico adeguamento degli eventi affinché lo spettatore potesse godersi il contesto in cui si è trovato inserito.
Il programma stesso vario, ideato per raggiungere ogni fascia di età, si è completamente inserito con le proposte parallele promosse da altre realtà, questo è significativo perchè la collaborazione è volta a promuovere sensibilizzazione, curiosità intellettuale.
A proposito di Curiosità Intellettuale, Paolo Crepet, stimola le menti…
Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, opinionista, saggista è sul palco dei Giardini Estensi di Varese per l’ultimo evento in rassegna. Il messaggio è quello di “mordere il cielo”, non c’è chiusura ma inizio, proiezione, provocazione. Perché andare sul palco e raccontare storie, vissuti, esperienze?
Un accademico nel Settecento che studia ed ha una posizione ragguardevole in campo psicologico (n.d.r. termine impiegato per facilitare la comprensione del testo, nel Settecento non si parla ancora di Psicanalisi) decide di lasciare la cattedra ed unirsi ad alcuni teatranti per parlare con la gente. Perché fa una cosa simile non traendo vantaggi economici? Lo scambio per questo accademico è più che favorevole per lui, finalmente sperimenta una vita migliore, sperimenta l’autenticità della gente.
Paolo Crepet racconta le sue opinioni, quelle che si è costruito: un intellettuale deve parlare, ha l’obbligo morale, specialmente se la quotidianità in cui si affronta la giornata è costellata da episodi sconvolgenti.
Nelle famiglie ci si affida ad Alexa o all’assistente di Google per programmare la lavastoviglie, ricordarsi di andare a prendere i figli in piscina e altri appunti imbarazzanti.
I genitori accompagnano ovunque fino alla maturità (bisognerebbe comprendere a quale età è compiuto lo svezzamento ed al giorno d’oggi è un rebus a difficoltà elevata) i propri figli e le proprie figlie.
Questi ragazzi ad appena 11 o 12 anni si trovano ad avere esperienze sessuali, ad annoiarsi in un pomeriggio pieno di possibilità, ad attendere mamma e papà per scaldare la cena.
Mamma e Papà che guardano i compiti, il registro di classe, quanti calzini possiedono perchè bisogna averne un paio per ogni giorno della settimana.
Giovani e adulti sono insoddisfatti e delusi, sono affetti dal “disagio dell’agio”: quanto però la comunicazione media e alcune limitazioni normative ne sono con-causa? I figli alle scuole elementari non possono rientrare in autonomia, è necessaria la presenza di un genitore o di chi ne fa le veci con tanto di delega.
Giovani e adulti camminano per strada senza rendersi conto che stanno poggiando i piedi su un marciapiedi: ascoltano i vocali, sentono della musica, si isolano. “Ciao come stai?” non si usa più, non si ascolta, lo sforzo più grande di sensibilità è inviare una “emoticon”! Si vive in una realtà non solo virtuale ma anche minimalista.
La vita è un rischio, non è una assicurazione! Ci vuole una dose di fiducia, di coraggio e di creatività, ah!, parolaccia, termine volgare e scabroso, costa sforzi. Perché oggi giovani e adulti vogliono essere monadi?! Perché i barboni oggi non sono quelli che chiedono elemosina ma i ricchi sterili e incapaci di accettare il dolore?!
“Senza paura e malattia la mia vita è una barca senza remi!” così recitava Edvard Munch.
Perchè non vogliamo più perdere?! Lasciamo che le scosse invadano un poco la vita! Altrimenti la felicità si riduce al vedere una farfalla e non avere voglia di inseguirla… vogliamo questo?!
Si possono fare viaggi, Paolo Crepet ha evocato momenti unici in India ma, quel che conta è iniziare un viaggio in se stessi, ritrovando il carattere, ne basta un pizzico e poi ne facciamo una caricatura, lo esageriamo così a far esaltare quello che siamo. Lo devono fare gli adulti, i genitori, lo devono fare i giovani: gli altri guarderanno e dopo qualche tempo lo faranno anche loro, si sveglieranno, meglio, ri-sorgeranno. Non perderanno più un tramonto, un’alba. Se le godranno tutte, traendone piacere, il medesimo che si prova in una amicizia colorata, in un affetto tenero e sincero.
Lo dobbiamo a noi stessi, lo dobbiamo al presente e al domani che in fondo è qui ed ora.
Si ringrazia il Dir. Artistico Filippo De Sanctis, AD Management Srl con Alessandro De Luigi, l’ospite della serata Paolo Crepet. Si ringraziano inoltre gli enti istituzionali e gli sponsor che hanno permesso la realizzazione del Varese Summer Festival. Sulla scia di questa gratitudine, l’invito è di iniziare a sognare e progettare, presto si aprirà una nuova stagione teatrale che colorerà ancora di più il qui, l’ora ed i propositi!
erica g
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