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La Terra Madre di Silvia & Roberto

da | Giu 6, 2022 | Arte & Teatro

_GUI9232 Giardini Estensi – Varese – 3 Giugno 2022 – Inaugurazione del Festival Terra & Laghi 2022
Terra Madre di e con Silvia Priori & Roberto Gerbolès

Ed il settimo giorno si riposò

Madre Terra, principio mio, logos da cui prendo respiro, grazie al tuo essere con le alte stelle, si elevi a te la mia preghiera, la mia devozione!

L’inno di Silvia e Roberto è una introspezione nelle scritture sacre, nella mitologia, nelle menti dei Titani, nelle quotidiane svolte di una vita mortale.

<In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio>: la meraviglia – un vocabolo che spesso ricorre lungo la narrazione poetica di come la Vita si avvia – di una Creazione a cui non badiamo più, ci sfugge, ne perdiamo la coscienza, basandoci sulla monocromia dei giorni, lasciando che la nostra pelle e le nostre rughe sappiano di granuli dall’acre odore di cemento. Il Grigio peregrinare: ecco cosa risulta perdendo la capacità di cogliere i colori, di sentire il solletico dell’erba appena nata sotto i palmi dei piedi, di vedere nascere le foglioline degli aromi, ancora indistinguibili le une dalle altre perché piccine, tante piccine!

La freschezza e l’innocenza di un grido di gioia di una donna, di una bimba, di una danzatrice che forse mai ha preso lezione eppure, produce grazia, è celebrativo, rende risonante l’eco ‘Terra Madre’.

Non solo inaugura una stagione, non solo costruisce ponti e getta possibilità di intessere nuove maglie nella rete di una regione sempre più ampia, riporta al Principio ciascuno di noi.

Da queste divinità, da questi Titani, da queste forme magmatiche, i cui movimenti hanno ispirato non solo astronomi, scienziati, letterati ma anche musici, baldi, druidi, alchimisti e pellegrini e servitori sognanti, prendiamo vita.

Nascono le molecole in cui gli atomi seguono geometrie che solo migliaia e miliardi di anni dopo, furono ipotizzate su fogli di carta di riso da menti geniali elleniche.

Tra quelle figure umane, fatte di corpo e anima, c’è Ulisse, quanto gli assomigliamo?

Madre Terra è la nostra meraviglia, nata dalla scontro tra Teia e Gaia, capace di trattenere nella propria orbita Selene, l’appendice indispensabile che governa le maree, il tempo, le raccolte, i sogni.

Lungo i tragitti e le rotte, lontano dalla patria natale, smarriti – ciascuno a modo suo – dalla propria Itaca, la disciplina, il rigore, il ferreo schema di regole abbracciato, ha gettato uno strato di pietra anonima, capace di assorbire linfa e suoni, capace di assorbire l’energia di quei piedi che danzavano, una volta, tempo fa.

Il progresso, la cultura, il fiorire di civiltà, hanno condotto ben oltre stretti e Colonne, eppure, la benedizione verso Madre terra, verso il principio, è scritta in un taccuino sgualcito e perduto.

Dove è finito quell’uomo proclamatore del Logos? Dove è finita quella principessa nascosta sotto un saio mimetico che gioiva solo se scalza e libera?

Ci vogliono molte Lune, ci vuole la perdizione del senno, lo scontro di nebulose, i continui movimenti di briciole galattiche e improvvise eruzione di faglie.

Ci vuole uno smottamento affinché il taccuino cada e riveli il gladiolo custodito, essiccato, capace di musica e passi di ballo.

È il mutare delle stagioni, il testimone che passa da un branco ad un altro, da una migrazione all’altra e quella donna, bellissima nei suoi colori, prende ancora a battere i piedi sull’erba, il volto è la personificazione della Gioia generatrice e madre.

Il Verbo e i Titani, ne conserveranno orme e impronte di questi Figli delle Alte Stelle e del Grembo verde di Gaia.

Si ringrazia Teatro Blu, Silvia Priori e Roberto Gerbolès, le Istituzioni e gli Enti che hanno promosso tale Festival

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