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Selene Calloni Williams: messaggera tra mondi

da | Lug 19, 2024 | Arte & Teatro, Testimonianze & Racconti | 0 commenti

In dialogo con Selene Calloni Williams in occasione del “viaggio” -Digiunare con gli Dei –

L’occasione che mi ha condotto a Selene Calloni Williams è nata da coincidenze, che – lo dico spesso – non lo sono mai! Una partenza rimandata al giorno successivo, la locandina passata da amici, il desiderio di conversare con questa Anima di cui tanto ho sentito parlare attraverso altre conoscenze. Ecco come sono arrivata a partecipare a “Digiunare con gli Dei” e a incontrare Selene!

Il dialogo che segue è nato da quesiti suscitati osservando simboli, accorgendosi dei dettagli, lo sento necessario ancor prima di dare uno spunto su uno dei lavori di Selene riferito proprio a “Digiuno immaginale”.

[D] Selene, già questo nome è evocativo, conserva del divino e sembra fondarsi su proprietà di una pietra preziosa. Sin da qui è come se ci spostassimo verso una dimensione di consapevolezza profonda, la stessa che vi è affrontando un rituale. Quale è la Tua percezione di fronte a questo incipit?

[R] Selene era la dea della luna piena. Quando c’è la luna piena si diffonde una luce argentea che nutre le parti più segrete di noi, nutre l’anima. I rituali più intimi e misteriosi si svolgono al chiarore della luna, nel quale è possibile “vedere” ciò che nella piena luce del sole è invisibile agli occhi. La luna è un invito a guardarsi dentro e poi a riscoprire il mondo come immagine dell’anima, un’esortazione a vedere oltre; e questa anche sono io.

[D] Due immagini evidenti andando a ricercare qualche informazioni sono le seguenti: il dragone e “amo ergo sum”. Cosa Ti ha ispirato verso un emblema e una citazione latina “anagrammata”?

[R] Il drago è il simbolo dell’Accademia che ho fondato: la Imaginal Academy. Inizialmente era solo la lingua del drago, che è un simbolo alchemico, poi ho voluto disegnare anche il possessore della lingua, cioè il drago e l’ho disegnato con i colori dell’arcobaleno perché il lignaggio dello yoga sciamanico al quale appartengo è detto “famiglia dell’arcobaleno fiammeggiante”. L’Imaginal Adacademy diffonde la psicologia e la filosofia immaginale (n.d.r dal termine sufi “himma“, il cui significato è “il potere creatore del cuore”. Ricordiamo che per “immaginalisti” si intendono professionisti in vari ambiti che lavorano basandosi e ispirandosi al “metodo simbolo-mmaginale, in cui la psicologia archetipica, incontra l’ecologia profonda e le tecniche di sciamanismo.) che ha molto a che vedere con l’arte, con lo yoga e con il buddhismo, è la via del cuore; perciò, “amo ergo sum” è lo slogan perfetto per la nostra realtà.

[D] La scelta del tuo cammino è stata segnata sin dall’inizio, è stata spontanea o quali “passi” fondamentali hanno reso Selene, la Donna, la Madre, la Guida di oggi?

[R] Tutto è venuto in modo spontaneo. A diciannove anni ho accettato un ingaggio che mi ha portata nell’isola di Sri Lanka, dove ho conosciuto il maestro che mi ha iniziata al lignaggio dello yoga sciamanico e, successivamente, mi ha condotta in un eremitaggio buddhista della foresta, convinto che per me praticare meditazione e studiare buddhismo sarebbe stato utile. Sono rimasta sei anni in quell’eremitaggio e mi sono serviti molto. Solo in un secondo tempo, tornata in Europa, ho studiato psicologia all’Università. Credo che questo essermi formata prima nelle discipline dello spirito e poi in quelle della mente mi sia servito.

[D] Viaggi, raccolto, scrittura, testimonianza, studio: è come se tutto questo fosse inserito in un grande “uroboro” dove inizio e fine coincidono. Il grande cerchio della vita canalizzato attraverso il tuo quotidiano. Come è il tuo approccio dinanzi a queste esperienze? Nulla è coincidenza ma tutto ha un significato… quali aneddoti sono imprescindibili?

[R] Ho viaggiato molto: il viaggio geografico e il viaggio nella psiche sono due dimensioni della stessa avventura. Ho fatto incontri con personaggi straordinari, alcuni dei quali sono divenuti protagonisti dei miei libri, come Svetlana e Kazimir, due sciamani dell’Altaj (n.d.r questa frastagliata catena montuosa deve il nome al termine turco-mongolo altan, che significa «dorato»). Kazimir mi ha insegnato a direzionare i sogni notturni per guarire e potenziare le attività diurne e questo è stato davvero utile per me. Volendo avere un vero tamburo sciamanico, una notte ho sognato il luogo dove si trovava la carcassa di un lupo. Il giorno dopo sono andata a cercare il corpo del lupo insieme a Kazimir. L’abbiamo trovato e, con il permesso dello spirito della Taiga (n.d.r è uno dei principali biomi terrestri, formato da foreste di conifere che ricoprono totalmente le regioni sub-artiche boreali dell’Eurasia e dell’America), l’abbiamo portato da un artigiano che costruisce tamburi. La notte successiva ho sognato il mio tamburo di pelle di lupo e così ho potuto disegnarlo per l’artigiano che l’ha riprodotto esattamente uguale. Oggi insegno l’arte dei sogni nell’Imaginal Academy, oltre alla meditazione buddhista e allo yoga sciamanico.

[D]Come ‘scegli’ il tuo essere oggi? Donna e guida, un equilibrio che è come un motore nel quotidiano, per te?

[R]Essere donna, madre e insegnante è meraviglioso. Scelgo di essere al servizio dell’anima, che è a sua volta Madre e natura.

[D] Vita: esiste un tutto, esiste un nulla? Ti presenti con una trasposizione teatrale di un tuo lavoro, Digiuno immaginale, appunto. Cosa è per te Grecia, spiritualità, convivialità? Quale è la simbologia dell’Olimpo e delle pratiche sciamaniche? Quali intersezioni?

[R] Noi non possiamo che fare nel tempo ciò che gli dei fanno nel tempo dell’origine, sull’Olimpo. Le gesta descritte nel mito sono archetipiche, cioè sono le forme originarie delle nostre esperienze. Conoscendo il mito, conosciamo l’origine di tutte le cose, cioè come le cose sono venute in essere per la prima volta. Ciascuno di noi può, in verità, cambiare qualsiasi cosa, a patto di poter risalire alla prima volta in cui quella cosa si è manifestata e questo è sempre un tempo mitologico, il tempo degli dei. Io porto a teatro il mito perché questo è dare una possibilità a ogni spettatore di essere il co-creatore della propria realtà e di risollevarsi dal ruolo di vittima degli eventi.

[D] I rituali sono dimensioni meditative, illuminanti… per certi versi hanno anche un velo di mistero, dei buchi neri nelle Galassie. Ne sei Guida illuminata, cosa ha determinato la tua volontà nel proporli? Talvolta si ha del timore, della paura, dell’incertezza derivante dall’inconsapevolezza di essere <degni>.

[R] Il rituale è la grande magia del femminile, è quel “fare anima” di cui si ha tremendamente bisogno oggi. Guarire le proprie paure assistendo a uno spettacolo teatrale può sembrare assurdo, eppure con il teatro immaginale funziona proprio così!

[D] Quale è il tuo messaggio, la tua missione per l’oggi, il qui ed ora?

[R] La missione è sempre per me la conquista della libertà, perché la libertà è il valore più grande e ogni cosa che possiamo desiderare è una funzione della libertà. La salute è un aspetto della libertà, in quanto è libera possibilità di ascoltarsi al di là di tutte le teorie e i modelli, la ricchezza è una funzione della libertà, in quanto proviene dal liberare la creatività, l’amore è una dimensione della libertà, in quanto è libera scelta di darsi.

Questo dialogo si unisce al rituale vissuto a teatro, vivendo con Selene la pratica, il convivio “Digiunare con gli Dei”. La mitologia greca amplia la visione sul significato di morte (thanatòs – Ade è il re ove giacciono i morti ), potente passaggio affinché la vita (Persefone) affiori in un flusso di mondi possibile se viene risvegliato il Piacere, l’Eros. Sentirsi figli del cielo e della terra, percepire un vuoto e un pieno, celebrarlo, esserne consapevoli, così come quando ci apprestiamo ad un banchetto, in questo caso è proprio Pitagora a offrirlo. Lui maestro e mago, che provocazione!?

Forse è arrivato il momento di svelare un po’ di luce sui padri del pensiero e su quanto esistano porte che alcune discipline scientifiche oggi cominciano ad apprezzarle. Pitagora non è solo il teorema, è pensiero primo dell’umanità (Maestro alla scuola di Crotone), è più vicino di quanto si pensi all’origine della mitologia e del seme ancestrale. Selene, lo porta a noi attraverso il mito, anzi, attraverso la culla da cui si trae origine, l’Amore, presente nella vita, presente nella Morte.

Si ringrazia Selene Calloni Williams, Adriano Anceschi e tutti coloro che hanno reso possibile “Digiunare con gli Dei”. si ringrazia il team di supporto di Selene Calloni Williams

erica g

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