flexile-white-logo

Pier Paolo Pasolini: tutto il mio folle amore…

da | Set 13, 2024 | Arte & Teatro | 0 commenti

12 Settembre 2024 | Chiostro ex Convento di S. Cristoforo a Lodi | Tutto il mio folle amore lo soffia il cielo: omaggio a Pasolini | Mino Francesco Manni

La pioggia ha benedetto quel che stava per essere preparato con folle amore. Non ha causato timore o tremori, il viaggio iniziato possedeva consapevolezza. Dopo qualche tratto dense nubi si posero tra i vari strati dell’aere, lo fecero come fossero amache impermeabili pronte a cogliere altre lacrime di cielo.

Così si è giunti in un luogo carico di energie, un tempo fu un Convento a Lodi. Le lanterne e luci blu sfumavano i contorni, ogni lineamento pareva morbido e senza confine. Le parole non conoscono limitazioni, sono spazi che si intersecano, si modulano e creano sincronia nell’esistenza di un uomo.

Si potesse urlare, onde di eco provocherebbero circolarità nel suono, risonanza e prospettiva. Si potesse urlare, rimarrebbe solo un silenzio donde pescarci la fine di un uomo, che è solamente l’inizio.

È impossibile dire che razza di urlo

sia il mio: è vero che è terribile […]

questo mio urlo voglia significare,

esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine. [P.P.PasoliniTeorema]

Pier Paolo Pasolini, questo sconosciuto diventa un compagno di viaggio, un fratello, un intellettuale a cui affideremmo i più immondi segreti: saprebbe esorcizzarli. Lui non ha paura di perdere, le colpe potrebbero essere virtù da difendere?

Non ha una città, tanti paesini, tante città hanno lui, Pier Paolo Pasolini , un italiano piccolo borghese. Un uomo di vitalità, di amore e di angoscia. Un insieme di respiri, intenzioni, sforzi che profumano di mitologia greca – l’incarnazione di Telemaco? – ma anche dell’olezzo di Caronte. Pier Paolo non credente. Per davvero? Si scoprirà ad Assisi, chiederà come realizzare una pellicola sul Vangelo di Matteo, senza retoriche, esattamente come è letto.

Tutte le piaghe sono al sole
ed Egli muore sotto gli occhi
di tutti: perfino la madre
sotto il petto, il ventre, i ginocchi,
guarda il Suo corpo patire. [P. P. Pasolini La crocifissione]

Pier Paolo che lotta contro il padre e supporta, ama, una madre – Susanna – timorata, mite, silenziosa, muta in ciò che la affanna. L’amore materno è una schiavitù affettiva?

Intanto la voce di Mino Francesco Manni flette, arde, trascende, recupera il fiato, torna statuaria, affresca l’infanzia di Pier Paolo, trasmette la sensazione dolcissima connessa alla natura, al candore della Frescura portata dal fiume. Di nuovo l’espressione di Mino torna austera come le fibre muscolari visibili, il silenzio attorno è lode, la solennità è un giogo supportato da passione.

Pasolini perderà l’amato fratello. Ermes (Guido) senza pentimenti avanza. Il tempo che è nulla, che non è bene, non è male.

Pasolini fugge con la madre, una giovinetta ella diviene, appena i suoi occhi corrono al treno. Pier Paolo scopre, meglio comprende, rifugge, torna alla propria omosessualità. Arriva a Roma, città di crosta e di luce, nelle espressioni dialettali abbozzate come carboncino dalla voce ed espressione recitante.

Ed ecco qui me stesso… povero,  vestito / dei panni che i poveri adocchiano in vetrine / dal rozzo splendore, e che ha smarrito / la sporcizia delle più sperdute strade, / delle panche dei tram, da cui stranito è il mio giorno. [P.P Pasolini Le ceneri di Gramsci, p. 819]

Roma e Pier Paolo. Trastevere, i vicoli, il campidoglio, le taverne, le notti di consolazioni, la miseria, la disoccupazione, le pale di altare, la memoria scomparsa dai ragazzi giù nel campo.

Vieni figlia della luna

della stella mattutina

e regala a questi ragazzi

le carezze del gran cielo. (…)

I ragazzi giù nel campo

non posseggono memoria

perciò vendono gli antenati

poi son presi da tristezza.” [Testo di Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini]

Lo strazio graffiato di una estesa e profonda musicalità di Elisa Del Corso arricchiscono e danno giustizia – intesa come virtù – ad una vita di ricerca, di riscatto e di denuncia. Pochi attimi sono dolci, teneri, d’altronde la vita di Pier Paolo poco ha conosciuto la gioia di assopirsi, anche per poco, con la stessa innocenza di un infante, nel grembo materno.

Il suo ventre, lo ha costruito nella testa e nel core, Pierpaolo!

Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più [P. P. Pasolini Poesia in forma di rosa]

Amare e conoscere, qui e ora, ha senso. Pier paolo vuole amare e capire. Il suo cinema illumina proprio da tale prospettiva. Ogni inquadratura è l’occhio di artista verso la tela, è un piccolo tabernacolo per chi sarà protagonista dei film di Pasolini, da Accattone a Salò o le 120 giornate di Sodoma. Intanto da questo tabernacolo ci passano, si soffermano Totò, Anna Magnani, Fellini, Ninetto Davoli, Maria Callas.

Tutto passa il resto va.

Chiunque abbia incontrato Pier Paolo, sa di essere stato attraversato da un essere che è più di un uomo. Perché egli denuncia la corruzione, la mercificazione dei corpi, sostiene il coraggio intellettuale della verità e – finisce tutto in una notte, sembra che tutto sia inghiottito, le poesie, i Romanzi, Medea, il folle amore, le accuse, il padre, Accattone, Salò, i Vangeli.

Quando tutto finisce, tutto comincia. Che so quelle? Nuvole. Ah, strazianti e meravigliose bellezze del creato.

L’interpretazione di Mino Francesco Manni è densa, pregnante; ha riassunto come prisma un uomo che è oltre l’uomo. I passaggi crudi sono profondamente avvolti dal pathos nella coscienza indagatrice di Pasolini, sciolti da un pizzico di leggerezza pensando ai luoghi romani. Laceranti a tratti, materne per altri, mature e consapevoli le scelte di rielaborazione canora sulle poesie di Pasolini sostenute dalla voce di Elisa, dal violino e dagli arrangiamenti di Silvia Mangiarotti, dal violoncello di Francesca Ruffilli e dalla chitarra di Mattia Signaroldi.

Le nuvole sostengono. Brillano a tratti, sono Lampi, buffetti di elettricità tra le stelle, così eccitate da uomini che sono qualcosa in più, sconvolti e investiti da un folle amore, pertanto vivi.

Si ringrazia Mino Francesco Manni, Elisa Dal Corso, Silvia Mangiarotti, Francesca Ruffilli, Mattia Signaroldi. Si ringraziano enti e istituzioni che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento.

erica g

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Related Posts: