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Al Crotto del Sergente: un gioiello sussurrato lungo le vie per Como

da | Lug 28, 2021 | Travel

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I piccoli gioielli del Territorio si scovano nei modi più inaspettati, incredibili che troppo spesso passano scontati.

Le commissioni, le faccende di un’economia domestica da portare avanti sono le cagioni di un moto, di un’uscita verso l’esterno, tra la piccola e grande società parlottante, musicante, vociferante, apprensiva, stancante e appassionata. In questo gettarsi nel mondo c’è però la frazione di Natura e Roccia che imperturbabili comunicano, per chi vuol cogliere, offrono sentieri guida e mete per cui è necessario soffermarsi.

Tra queste mete, lungo la via che porta a Como, una stradina curiosa s’incurva e…

“Non mi ero resa conto che appena imboccata la stradina avrei potuto vedere l’ultimo tassello vivo di un’epoca indimenticabile.

C’è una targa di pietra bianca, la scritta grigia avorio e quella curva che promette storia. “Al Crotto del Sergente” ed il tuffo nelle giornate passate, il poter vedere personaggi d’altro tempo, artigiani e bottegai riuniti attorno ai tavoli ricavati da incavi sporgenti della grotta, su sgabelli improvvisati, tra sassi e legni, dinanzi a stipiti ed il portoncino originali, è reale, ci si crede, lo si vive!

Si siedono, si apparecchiano, conversano, fanno affari e intavolano confidenze, poggiano pensieri e piedi avvolti in umili o sofisticate calzature su pavimenti calcati davvero da milioni di passi prima di loro!

Popolani e borghesi di ieri e di oggi, perché lo siamo, ed in queste tipologie di natura ci riconosciamo!

Sento questo nome, “Sergente” e non posso fare a meno di pensare ad un Uomo senza tempo e senza età, con l’aria trasecolante, giovanile, con un berretto verde militare, una giacca in jeans un po’ lisa, la pipa in bocca, la peluria di una barba cresciuta dal sorgere dell’Est illuminato sino ad ora, un tardo meriggio.

Sergente, e le note di De André mescolate a quelle di un vecchio Jukebox dei Saloon, sono cavigliere ai piedi, marciano sui pavimenti nativi, fanno capriole e aprono il dialogo con tale individuo. Il suo sguardo apparentemente perduto è invece magnetico, sa rubare un pezzetto d’anima all’interlocutore che lo sfida… è un corteggiamento, inzuppato nel ritmo delle stagioni, nei prodotti di un territorio ricco, in una cantina popolata da bottiglie riposte in piano, inclinate, in piedi, sonnecchiose ed allegre.

Questo Sergente ci invita e ci vuole mostrare la storia vera di un Crotto comasco, vuol fare scoprire la Sala dell’Amicizia e la Sala Camino, in un luogo raffinato e nello stesso tempo informale, fatto di menti ingegnose, cuori palpitanti e brulicanti, tra magie e sacrifici!

Ed ecco, un sopracciglio brizzolato si inarca, ed un sorridente cameriere mi fa un cenno, il Sergente vuol ordinare la consumazione ed iniziare a declinare aneddoti di un Crotto, in attesa del pescato del Giorno o di una scarpetta di Ragout di cinghialetto.”

Como, le sue frazioni, il Lago che richiama, prima la sosta presso un Crotto, la storia di chi lì ha una missione non solo di gusto: un breve cenno che promette un seguito, una Storia!

Si ringraziano tutti coloro che sono l’anima de “Il Crotto del Sergente”

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