flexile-white-logo

Le madri non dormono mai: l’incontro di Lorenzo Marone

da | Set 1, 2022 | Senza categoria

Lorenzo_Marone

Dialogo con Lorenzo Marone | “Le madri non dormono mai” – Editore Einaudi

I contesti in cui nascono scambi e confronti spesso sono bizzarri.
È il caso di questo dialogo con uno scrittore contemporaneo, la cui penna allena i lettori e, chi si approccia per la prima volta ad esso, ad un continuo processo evolutivo. Il nome di questo autore mi è stato suggerito per caso, un’opportunità.

La mente dinamica, lontana da qualsiasi moto perpetuo, di Lorenzo Marone offre spunti di riflessione su differenti aspetti del quotidiano, spesso nascosti, spesso non ben chiacchierati e documentati.

Ci sono realtà che è meglio confinarle in luoghi sicuri e protetti, è bene che vengano presi in considerazione nelle giornate dedicate agli esclusi, alla necessità di renderli parte della società aiutandoli, sostenendoli, supportandoli. Eppure finita quella giornata di manifestazione , tagliato il fiocco inaugurale di una sfida che andrebbe portata avanti, rimane un dentro ed un fuori.

Gli ICAM (Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri) sono luoghi circondariali in cui madri colpevoli scontano la pena accudendo i loro figli. Bambini e bambine che non hanno nessun altro a cui essere affidati fino ai 6 anni (10 anni con proroga) crescono in questo ambiente che offre molti momenti antitetici, uno su tutti protezione e prigionia.

Il rapporto non solo di maternità e genitorialità è posto all’attenzione del lettore bensì, le varie forme di relazione tra i protagonisti che si susseguono e si snodano lungo la storia. La figura della madre e del bambino si presentano sotto una veste che difficilmente è presa in considerazione. Del resto i protagonisti di un ICAM appartengono ai fragili, agli ultimi, ai dimenticati.
Conosciamo Miriam, Melina, Diego, Dragana, Amina e la loro vita difficile, il loro temperamento, le loro ombre.
Conosciamo però anche volontari, guardie (che non indossano l’uniforme), direttori che vorrebbero generare quella luce che porta riscatto per le madri e per i figli, il cui sviluppo, la cui crescita assomiglia a quella di una pianticella innestata su una roccia.

Rapporti genitoriali che pesano, talvolta sono ingombranti e l’istituto sebbene simbolo di prigionia può diventare baluardo di sicurezza, perché lì ci sono routine, regole, abitudini, persino protezione. Fuori il mondo è diverso, variegato, c’è chi tende la mano e chi lancia occhiate di indifferenza.

Lorenzo ha potuto toccare con mano la realtà degli ICAM – in Italia ne sono presenti cinque soltanto – trascorrendo una intera giornata con gli operatori, i bambini e le detenute. Le dualità sono tantissime: c’è il bene e c’è il male, le “celle” sono appartamenti in cui si prova ad esistere ed educare.
Le madri lo fanno con i bambini ed i volontari, desiderano condurre verso il coraggio del recupero le madri.
Ci sono emozioni, situazioni, stati di empatia che provocano silenzi, intermezzi utili per comprendere quanto ancora sia necessario investire su aiuti sociali volti a salvaguardare un fragile futuro per chi si approccia alla vita (i bambini) e, per chi deve in qualche modo sopravviverci con rinnovata dignità (le madri).
  • Ci vuole una mano tesa verso questi ultimi che si sentono vinti, trattenuti da catene, in bilico su binari di compromessi, desiderosi ed esigenti verso un riscatto.
  • Ci vuole una mano tesa che sia svincolo da una cultura del nemico troppo radicata, è necessario che ci sia una nuova semina, non tutto fuori è da sterpare e nemmeno dentro!

“Le madri non dormono mai”: frutto di una esperienza in cui vi è una profonda introspezione in ciò che è un vissuto colmo di atri bui, frutto di un dialogo tra Lorenzo e il Medico ed Onorevole Paolo Siani. La sana denuncia di chi nel quotidiano è costretto a progettare ed edificare su terreni colpiti da smottamenti d’animo imprevedibili.

“La vita evolve sempre e non c’è difesa che tenga di fronte a questo, non c’è membrana che non sia destinata a rompersi.”

“La maggior parte degli individui sta nella vita fuori contesto, si adopera per la messinscena continua della propria esistenza sbagliata…e non si accorge, se non alla fine, di essere caduta nell’ errore peggiore, di aver peccato di indolenza, e che con un poco di coraggio in più avrebbe potuto riconoscere il suo reale spazio, il contesto giusto.” <cit. da Le madri non dormono mai>

C‘è chi da questi smottamenti però vuol prendere una pausa: cosa ne pensate di un anno intero immersi nella Natura, in ascolto di essa, delle sue forze, accordandosi e rendendosi capaci di sentire le proprie debolezze, coltivare germogli di connessione, ripulirsi dalle scorie, farsi vulnerabili?

Un intero anno in Natura: una fortuna, una opportunità salvifica dalla paura che attanaglia un uomo ormai dimentico di sé. La metafora moderna che nasce dall’esigenza di ricordare all’uomo, sempre più concentrato su se stesso, che il sistema piramidale, l’onniscienza non può essere un progetto a lungo termine, è destinato a soccombere. La sfera, la condivisione, la collaborazione, il riconoscersi piccolo dinanzi alla Terra ed al Cielo, è garanzia di vittoria, di accesso all’abbondanza spirituale prima di tutto.

Ascoltando ciò che ci circonda si comprendono gli altri e si comprende il proprio sé, ci si svincola dalla paura, benché alcuni passaggi volti al raggiungimento di uno stadio di presa di coscienza spirituale e terrena – perché ci connette alle origini, alla Natura -, siano difficoltosi!
La capacità di guardarsi dentro, di faticare a vivere per chi vuole aggredire questa vita, arrivarne al succo con tenacia e dolcezza, è faticoso. Eppure dà speranza, conferisce forza.
Ecco perché il libro “La donna degli alberi”, ecco perché cambiare stile e storie.

“A volte si tratta solo di non riempire il vuoto a tutti i costi, di scegliere di non volere niente dalla vita e accogliere la paura che non ha motivo.” <cit. La donna degli alberi>

Lorenzo Marone, curioso, pacato, tranquillo, un padre attento, un uomo meticoloso, pignolo, lontano dalla staticità, dalle ripetizioni, volto all’evoluzione, alla dinamicità “ciclica”. Dal 2015 scrive, sono trascorsi sette anni! Sette, il numero che rinnova, che cambia, segna la fine e l’inizio di un ciclo. Un pensiero che è presente nel suo saggio in Einaudi dal titolo “Inventario di un cuore in allarme”.

Lorenzo Marone ha cambiato spesso la scelta di stile e di narrazione, i sequel lo annoiano, i suoi lettori lo sanno e chi conosce i suoi libri per la prima volta, impara a guizzi narrativi di vario estro.

Lorenzo è come La Natura, in perpetuo cambiamento nella vita e nelle trame.

“Ci sono persone che riescono a ripararti con poco, solo rimettendo insieme i cocci. A volte piccoli equilibri si spezzano e le cose tornano a posto, e ti si aggiusta la vita. A volte non c’è da cambiare, solo da riordinare.” <cit. La donna degli alberi>

Nei ritagli di tempo per sé trova un certo gradevole conforto nella fotografia, un hobby che segue e che pratica. Nelle letture, benché vi sia una certa fatica nel trovare buon libro – fatica che accomuna i cercatori, gli affamati di infinito e di Natura – sceglie il genere thriller, letteratura americana, saggi ed immancabilmente i Classici.

Uno scrittore di oggi, che si addentra negli angoli introspettivi del quotidiano e ci rivela fotografie dinamiche di cuori e corpi sì fragili, colpiti dalle code della vita, amanti bisognosi in fondo.

“….Penso alla farfalla che si posa sul fiore e agita piano le ali per prendersi il calore del sole che l’aiuterà a volare per il resto del giorno, tra boschi e sopra ruscelli, in cerca dell’unico atto d’amore prima della scomparsa silenziosa in un ciuffo d’erba, dentro un campo fiorito che canta incessante. Nelle anime leggiadre e con poca vita davanti, che pure si battono per dare valore al loro piccolo tempo, così sciocche da essere ammirevoli, vedo tutta la miserabile incapacità dell’essere umano di cogliere l’effimero, la nostra pigrizia e inettitudine. Stolti come falene, attendiamo la notte e teniamo chiuse le ali, perdendoci tutto il cielo che c’è.” <cit. La donna degli alberi>

Si ringrazia la disponibilità, la sensibilità e la pazienza affettuosa di Lorenzo!

erica g.

0 commenti

Related Posts: