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In cerca di nicchie: la tana delle costruzioni

da | Set 16, 2022 | Arte & Teatro

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Vedano Olona (provincia di Varese) – la tana delle costruzioni – l’incontro con Sara Russo e Mariafrancesca Rognoni

Mancava una domanda: cosa è per te la ceramica?

Cosa rappresenta per Sara Russo, l’argilla che, grazie alla Terra, all’Acqua, al Fuoco, all’Aria, elementi sapientemente guidati dalle mani e dal senso artistico dell’uomo -in tal caso della donna-, forgiano la ceramica?

Sì, perché l’Argilla si occupa dei quattro elementi!

In Sara si avverte quella scala descrittiva tipica dei profumi: note di testa, di cuore, di fondo.
La profonda pacatezza, la fermezza unita alla tenacia, un desiderio conduttore: fare la differenza per gli donarsi agli altri.

<La Terra rappresenta da sempre la materia per eccellenza, è contenitore fisico di simboli e memorie. La terra è l’informe, e perciò possiede dentro di sé la potenzialità della forma. E’ l’elemento primario. E’ movimento, divenire, flusso, creazione. E’ madre e matrigna. Terra è Natura. L’argilla evoca la nostra mortalità come esseri corporei e l’immortalità della terra.> [cit. tratta da -Io Corpi- di Sara Russo]

Conosciamo Sara nel suo laboratorio, un posto singolare con un nome specifico la “tana delle costruzioni”. Dopo una rapida visione d’insieme dell’ambiente, per immergersi nella sua laboriosa bellezza, non poteva mancare il punto di vista di chi ha ideato questo luogo, Mariafrancesca, madre di Sara. Con un infuso fresco, servito in deliziosi bicchieri realizzati in ceramica raku, si snoda la storia!

‘Arrivavo dagli studi presso la Scuola per assistente sociale, amavo l’argilla e così 40 anni fa frequentai un corso di ceramica. Certo, coordinavo questo impegno compatibilmente con la famiglia. Era un’esperienza molto bella e mi accorgevo che stavo costruendo qualcosa, piano piano. Quale era la direzione? Sara intanto è cresciuta, anche lei mostrava attitudine, talento e passione per questo mondo che proponevo. Una realtà concreta, basata sull’elemento Terra.

Gli studi artistici di Sara, hanno posto il quesito che non potevamo più rimandare: la nostra passione, i nostri corsi potevano essere un lavoro o volevamo altro? La casa stava diventando un vero e proprio laboratorio, la decisione era urgente.

Con Sara – determinata nel seguire le proprie specializzazioni nel settore artistico, volto però anche all’aiuto dell’altro – si è deciso di cercare un posto dove vivere, che avesse annesso un laboratorio.’

La madre, coinvolgendo la figlia, sceglie Vedano Olona ed un cortile con una casetta ed un capannone; la condizione iniziale era disastrosa ma con costanza, sacrifici, la risposta è arrivata: oggi si accede ad una nicchia affascinante!

La voce di Mariafrancesca indica quanta energia hanno investito, quanta complicità tra madre e figlia è occorsa, generando un equilibrio sempre più armonico nel tempo. La sistemazione del posto è stata la mossa per cui credere davvero in quella che è “la tana delle costruzioni”.
Il nome deriva dall’esperienza della madre con il figlio piccolo. In visita ad una mostra a Milano, la Bauhaus, era evidente come lo scambio e l’incontro tra artisti, capaci di conservare la loro unicità, fosse vitale e necessario.

Mariafrancesca e Sara hanno pensato perciò sia a come proporre il laboratorio, il cui fulcro restava e resta tutt’oggi la ceramica, sia a favorire l’interscambio. Decidono di dare un’impronta di apertura verso altri artisti artigiani.
Lo spazio oggi espositivo, per dieci lunghi anni, grazie alla collaborazione con Francesca Caraffini, era riservato alle mostre. Eppure si sa, ogni tanto la rotta va cambiata, aggiustata. Sara è anche arte terapeuta. Opera con bambini, ragazzi, adulti, in corsi individuali o di gruppo, in vari tipi di strutture dedicate al Sociale ed all’Altro.
Sara si dona, si spende per gli altri, cerca nelle piccole cose ciò che le permette di lasciare una impronta. Un termine che appartiene alla collezione incentrata sui corpi, capaci di imporsi nonostante le crepe, l’importazione.

<Questa ricerca sui corpi […] verte da sempre e negli ultimi anni in modo più consapevole, sul difetto, sulla diversità, sulla imperfezione, la “crepa” come punto di forza dell’individuo, potenzialità, per non essere omologati, ma ognuno differente nella propria unicità> [cit. tratta da -Io Corpi- di Sara Russo]

Nella “tana delle costruzioni” troviamo Sara, donna e artista che si offre e non si consuma, anzi, ogni briciolo di sé, lo rende concreto, lo moltiplica senza badare a tempo ed energie, lo forma senza sosta, perché possa essere accolto da chi ne ha bisogno.
In questo spazio creativo troviamo Mariafrancesca, paziente, riflessiva, precisa e, nel realizzare le sue perle di ceramica, mostra quell’aura catartica, quasi estatica, tipica di chi è intento a generare, come una madre. Ad entrambe piace sperimentare. Per questo incontrano artisti di alto livello, artigiani che offrono spunti creativi per tutti.
L’obbiettivo è trovare un modo sempre fresco e attuale, di esprimersi, senza giudizi, imparare facendo, mettendo in discussione sé stessi, interagendo con gli altri. Ecco il senso dei laboratori. In questi decenni madre e figlia conoscono tante persone con cui dialogare e… collaborare! Sì, perché le idee e i rapporti vanno coltivati. “Misticanza – Coltiviamo Idee” è un gruppo di 10 donne che nasce proprio con questo intento: la fruizione della propria originalità in un ambiente condiviso.
Ognuno è competente nel suo campo, si progettano cose insieme, mettendo a punto lavori che diventano il risultato di un ragionamento interiore prima, discusso in un dialogo inter-relazionale poi.
Nella “tana delle costruzioni” si usa la Terra, le mani, il corpo, il cuore.

<L’uso ripetitivo del proprio corpo è un mezzo per mostrare che condividiamo tutti una corporeità comune, i frammenti, la mancanza di integrità, la bellezza nella forma normale, non perfezionata> [cit. tratta da -Io Corpi- di Sara Russo]

In questa semplicità imperfetta, si è catturati da un filo di catenella metallica e tante perle di ceramica. Ogni pallina è diversa dall’altra, proprio come ogni vita e ciascuno di noi. Si può decidere quanto lungo deve essere quel filo, si può chiedere a Sara, Mariafrancesca e Cristina (artista fondatrice di Calicò -Varese-) di aiutarci a creare il proprio personale filo.

Ci si prende del tempo, nella “tana delle costruzioni”, e si conosce la Terra, di cui siamo fatti, da cui veniamo.

Forse una risposta alla domanda mancante c’è. La ceramica per Sara è la bellezza concreta di poter poggiare i piedi, muoverli nella polvere d’argilla e sentire di poter creare, avvertire quel meraviglioso potenziale che, attraverso la sensibilità e l’amore buono di madre e figlia, permette di esistere, e di donare questo senso di vivere.

‘Anche quando la sensibilità era negata, nella struttura dove ero in servizio, accompagnavo alla luce quei poveri corpi, donando un fiore dipinto con un pennarello, stringevo loro una mano, lasciavo un’impronta concreta prima che si addormentassero. Basta così poco.’

La risposta al quesito iniziale racchiude il ciclo dell’argilla, come quello della Vita, lo fa con la voce di Sara e Mariafrancesca:

“L’argilla rimane la nostra materia prediletta, perché ci parla di qualcosa che c’è nel profondo nostro e di tutti gli uomini, perché ci parla del tempo, passato e futuro, dentro e fuori di noi, delle mani che lavorano, dell’intelletto che si ingegna, elabora, crea movimento, perché ci parla di una e di tante madri, di una e di tante figlie e figli.”

Non è solo tecnica, non è solo espressione, è una fusione trascendente ogni età, attraversa il corpo, esprime lo spirito, usando i quattro elementi.

Si ringrazia con ammirazione Mariafrancesca Rognoni, Sara Russo. Un profondo riconoscimento a tutti coloro che orbitano e popolano la tana delle costruzioni.

erica g.

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