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Una improbabile coppia scoppiettante: cosa non fa la neve?!

da | Apr 12, 2022 | Arte & Teatro

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In mezzo ad una bufera siamo riusciti a svestirci, i fiocchi non si impigliavano tra le ciglia ma incorniciavano i pensieri di due improbabili esseri umani, divisi da una via che passava in mezzo ai campi.

Erano lì, a pochi minuti di distanza e non si erano mai visti. Ah, che cosa buffa! Cinque minuti li dividevano: il tempo per cucinare delle uova strapazzate a ben guardare!

Eppure nulla, c’è voluta una bufera.

Ci sono voluti i comunicati di polizia che intimavano le persone in casa per via della tempesta di neve.

Ed ecco quei due, in mezzo al vortice di fiocchi, generare calore. Semplicemente si sono guardati e poi hanno guardato il medesimo punto: quattro occhi verso un’unica e sola direzione.

*

Entro nella toilette di casa ed osservo il bicchiere di vetro appoggiato sul lavabo: ci sono due spazzolini da denti.

Lo ha lasciato, non se l’è portato con sé. Questo ha un solo significato, tornerà. È una certezza perché non si lascerebbe mai e poi mai uno spazzolino che a guardarlo avrà almeno 18 mesi di vita, ha le setole tutte aperte e qualcuna si è persa in chissà quale tubatura! Ma non sarò io a regalargliene uno nuovo o meglio, glielo donerò con accanto una scatoletta trasparente vuota per conservare quello a cui è affezionato.

Ha la stessa simbologia di quando ci si inginocchia e si porge un diamante formulando la fatidica domanda.

Mi commuove, sì, quel mucchio di setole che assomigliano all’acconciatura di uno spaventapasseri mi emoziona, mette in moto le carrucole che portano un certo pizzicore agli occhi.

Nemmeno ad un ballo di gala, nemmeno scendendo le scale debitamente addobbate per la prima delle Nozze di Figaro ho pianto così.

*

Non l’avrei tollerata un minuto di più quella folle parlantina. Il silenzio rotto ogni ventinove minuti da un brano d’opera, un’aria, ah, sì che pace. Finalmente.

Eppure in questa crogiolante abitudine piango: quella folle ironia svitata non c’è più.

È a cinque minuti da me.

*

Ah, il profumo delle uova al tegamino con il bacon croccante: adorabile. Eppure oggi mi dà fastidio lo scoppiettio di quelle bollicine bianche che diventeranno presto color ambra scuro. Meglio che pensi ad un dolce con tanto liquore, una torta ubriaca, che mi fa dimenticare persino il mio nome.

Eppure Soffietto, manca nella mia di follia il sapore di quel Museo di uomo e la sua bizzarra casa. Preparerò un tè, il primo. Chissà, se chiamassi, lo verrebbe ad assaggiare?

Si ringraziano Enzo Iacchetti, Vittoria Belvedere, la regia, lo staff tecnico e artistico impegnato nella realizzazione dello spettacolo

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