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Far finta di Essere Sani: siamo tutti diversamente normali

da | Gen 31, 2022 | Arte & Teatro

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Far Finta di Essere Sani: secondo appuntamento presso il Cinema Teatro Nuovo di Varese per la stagione “Varese Re-Live” un progetto a più mani.

La sala piano piano si riempie, la risposta c’è. Si incomincia con le presentazioni e le emozioni si mescolano tra l’attesa, la commozione, la ricerca.

“Se aprissi la busta saprei la diagnosi. Anamnesi di tre ore e trentuno minuti.

Guardo oltre il cancello da dove sono entrata.

Io, sì, esattamente io e non tu, sono sano. Ma non voglio esserlo come lo sei tu. Perché sono qui nel cortile dopo aver oltrepassato il cancello. Tu sei fuori, io sono dentro.

Stavo per giungere alla conclusione dell’introduzione alla serata, tenendo in mano il discorso stampato e rilegato con dorsini ricolmi di glitter e svolazzanti lettere.

Ah, tutto nella mia mente, ovvio. Il discorso più emozionante perché c’era un punto esclamativo in fondo.

È come un quadrifoglio, deve portare fortuna! Altro punto esclamativo. Ho preso la camicia più bella e le bretelle con i ricami in argento per iniziare questa impresa, e ne ho rimboccato i polsini a quel lino incapace di lasciarsi stirare.

Mi sono messa in gioco invocando il principio di fratellanza. Ho stretto le mani a quei fratelli e a quelle sorelle.

La busta è rovente eppure lì c’è una soluzione. Per me che non so amare, dormire, mangiare. Non so articolare un’idea affinché possa gustarne l’azione. Resta un’idea, una cosa astratta eppure anelo alla rivoluzione!

Altro punto esclamativo. La punteggiatura permette la salvezza personale. Perché delle parole, ah, difficile fidarsi. Alcune sono così assurde e le fermo. Altre delineano cose ferme, di cui sono consapevole, le tengo.

Perché altrimenti non so dove vivo, se nell’immaginazione della realtà oppure in una realtà vera.

Anche le normali attività cognitive.

  • Divento colmo di fissazioni.
  • Divento ubriaco di rammarico.
  • La posta in gioco è la vita.

Mi sono preso troppe libertà credendomi libero. Libertà è partecipazione. Asseriscono anche i miei fratelli e le mie sorelle.

Sento una voce, un’altra! Ancora il punto esclamativo.

Qui ed ora!

Ma cosa?

L’uomo è vitale se è parte di qualcosa, se abbandona il pessimismo, abbandona le critiche, va oltre il campo del conformismo, dubita delle risposte pronte, di sentirsi sicuro ed equilibrato.

Diventa un uomo vitale quando accetta e accoglie segnali psicosomatici, fari luminosi di una rivoluzione, promossa da ribelli, che sono portatori sani di energia creante e bellezza.

No, getto la busta dietro le mie spalle, qualcuno la raccoglierà, come molti hanno raccolto i bouquet lanciati dalla sposa.

Mi sono appena innamorata del Signor G. Forse ho un problema psichico. Ma sono su questo palco per annunciare la stagione di rinascita.

Grido, con ottave contenute, Varese Re-Live. E lascio che gli applausi scorrano assieme alle lacrime.

Si ringrazia Filmstudio90 che sul Palco del Cinema Teatro Nuovo di Varese ha accolto la compagnia interprete di “Far finta di Essere Sani” [produzione Teatro Menotti con Fondazione Giorgio Gaber, da uno spettacolo di G. Gaber e S. Luporini – Adattamento e regia Emilio Russo con Andrea Mirò, Enrico Ballardini e “Musica da Ripostiglio”].

Si ringraziano tutti colore che credono quotidianamente in questo progetto di ri-nascita lavorando con passione e sacrificio per generare speranza!

Si è lieti di seguire la traccia di bellezza che viene segnalata da piccoli sassolini bianchi: porterà a quella gaia salvezza tanto cercata dall’uomo.

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