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Ghost: storia di un amore

da | Mar 23, 2022 | Arte & Teatro

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Aspettando questa Storia d’Amore, un classico intramontabile
Pensiero Primo

Io non lo conosco questo amore di cui tu parli. Me lo chiedi ogni volta, da quando ci siamo scontrati quel lontano pomeriggio di undici anni fa. Come posso risponderti se non ho toccato con mano quello per cui tu ti infervori e ti scaldi, mentre io resto placida e granitica come un gargoyle?

Tu da me hai sempre voluto il “ti amo” e non l’hai ricevuto perché non mi appartiene, non è il mio vocabolario, non è il mio vestito. Vuoi che lo indossi con nastri e velluti, beh, ti devi accontentare di jeans strappati e mollettoni in plastica, codini pieni di brillantini finti, perché forse lo sono anche io.

Mi soprannominavi Dida, diminutivo di Diamante, eppure non sono che uno zircone, l’unica cosa di valore che possiedo ha almeno vent’anni: un kimono di seta con ricamato un dragone in fili d’oro, impreziosito da gemme vere. Me lo hai visto sulla pelle un solo secondo, facendomi infuriare.

Riguardava un viaggio, il mio viaggio sulla Via della Seta e tu non avevi il diritto di entrarci in quei ricordi.

Ti ho accusato di oltraggiare la mia intimità e tu mi guardavi attonito, del resto ci conoscevamo profondamente, non potevi capire cosa occultava il kimono, non potevo permetterlo, riguardava me e soltanto me.

Ti ho ferito eppure dopo solo qualche ora sei ricomparso, senza dire una parola, lasciando sul frigorifero il classico post-it: “che cosa pensi dell’amore?”

Non mi hai più detto nulla in merito al kimono, non ha posto alcun quesito circa quel pomeriggio e quello sguardo che ti ho riservato ingiustamente, carico di risentimento per non avere bussato ed avermi ammirato quando non te lo avevo chiesto.

Azione Prima

Istruzioni per lavorare al tornio.

È una tecnica complessa ma che ammalia. Ho iniziato da giovanissimo a lavorare la ceramica ed è stato il mio secondo amore. Il primo beh… quando tra le mani avrà queste istruzioni, lei lo saprà.

Occorre un tornio, se sei alle prime armi, meglio impiegare un tornio elettrico, il nostro va benissimo. Ricorda che sarà lo strumento che ti aiuterà a realizzare gli oggetti più svariati grazie ad un disco che ruota attorno ad un asse… sì, tu, mio primo amore, starai pensando alle costellazioni, al sistema solare. Se le mie istruzioni non sono sufficienti, cerca una guida che ti mostri come fare, soprattutto le prime volte. So che userai lo spazio in cantina. Rivesti di teli, indossa vestiti a cui non sei affezionata – lo so, metterai il maglione di lana con le trecce, smangiucchiato dal nostro quattro zampe, anche a 40°C e quei jeans sfilacciati e strappati alle ginocchia – Prendi la casetta dei miei attrezzi, ci dovrebbe essere tutto, spugna, spatolina… procurati dell’acqua.

L’argilla deve essere morbida e ben impastata, non deve avere bolle.

Quando hai la tua pallina di argilla formata, lanciala al centro del tornio che hai azionato con il pedale ed avrai impostato una velocità alla quale girerà il piatto. La pallina che stringi tra le mani, scenderà e salirà, così riesce ad impastarsi ancora meglio. Vedrai una cupola, immergi le dita e crea un buco ma non fino in fondo, una sorta di cavità. Allarga il buco e alza le pareti. Limitatati a fare il cilindro… ricordo come mi osservavi mentre con le mani creavo le forme più strane, eppure ho riempito la casa di cilindri, in tuo onore, perché un giorno li potessi eseguire tu stessa. È tutta una questione di bilanciamento e di equilibri di pesi. La forma che si alza deve scaricare il peso sulla base o crollerà, fa attenzione. Cuore e mente liberi. Allenati. La spatolina rifinirà i bordi, ma non pensare a quelli, pensa ad alzare e creare la giusta cavità. Ricorda quando mi osservavi e quando tentavo di farti sedere al tornio e tu non volevi. Fidati, ti prendo io le mani. Alzeremo insieme il primo cilindro.

Pensiero e Azione in sinergia

Sono a teatro, ho comprato due biglietti. Tu sei accanto a me, fila D, numero 9, posizione centrale, vista e acustica ottimi. Adoravi il teatro, come me. È una storia d’amore, non sarei mai andata ad assistere ad uno spettacolo simile e forse nemmeno tu, ma dall’anteprima ho visto che i protagonisti lavorano l’argilla, chissà magari trovo il giusto equilibrio guardando altri che lo fanno.

Una signora si avvicina e mi chiede: “Scusi è libero il posto?”

– “No, è occupato, ho acquistato due biglietti in fila D, posti 9 e 11”.

Guarda stranita e si allontana.

Cosa vuoi, pensano che una cornice con la nostra foto sia un souvenir o un ninnolo, non un’anima, una presenza che mi accompagna nel quotidiano come ha sempre fatto anche quando aveva corpo.

Non so nulla dell’amore, non penso a nulla, mi limito a portare “Noi” in ogni respiro che ancora ho, in fondo respiro anche per te che sei cielo.”

Si ringrazia il Cast Tecnico ed Artistico, Alveare Produzioni Srl e Cristina Atzori, attenta e dinamica Responsabile dell’Ufficio Stampa.

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