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A spasso con Daisy introduce “Legami e Trame”

da | Ott 26, 2022 | Arte & Teatro | 0 commenti

22 e 27 Ottobre | Sensibilizzazione su tematiche sociali |Teatro Giuditta Pasta – Saronno | Oltre i pregiudizi, proteggendo la memoria degli Avi

Il corpo spesso ci tradisce. La mente resta aggrappata all’orgoglio, ai meccanismi di una visione ancora legata alla paura del giudizio, della vergogna letta negli altri. Eppure le mani, i piedi e talvolta le sinapsi non fanno il loro dovere, sembrano dimenticare!

Ahimè!

*

<Io non voglio un autista!>

<Sì Signora Daisy, ma a me pare di rubare, è sei giorni che sono stato assunto e non ho fatto altro che consumare il suo caffè> n.d.r parafrasando “A spasso con Daisy” con Milena Vukotic, Salvatore Marino e Maximilian Nisi

*

<Buon giorno, parlo con Delia, figlia della Signora Antonietta?>

Voce metallica, abituata a scandire sillabe di nomi, esercitata nell’articolare i suoni affinché arrivino gelidi al cuore dell’interlocutore.

Quella voce priva e atona di qualsiasi emozione, trasmette parole che invece diventano lame affilate, alterano processi fisiologici, fanno sbiancare, abbassano la pressione. Quanti corsi inculcano che il linguaggio principale non è quello verbale bensì la gesticolazione, la mimica, le micro-espressioni: eppure è bastata una minuscola e ridicola frasetta per gettarmi nel turbine di una scarica adrenalinica senza eguali.

<Sua madre, ha avuto un incidente, sta bene ma è in preda ad una crisi isterica. Venga subito.>

Cosa inscatolare e come? I pensieri mi saltavano fuori dagli occhi.

  • Prima reazione: scattare dalla sedia sotto lo sguardo sbigottito dei colleghi e dell’arcigno magnate.
  • Seconda reazione: la crisi isterica era acquasanta in confronto alle liti che avrei dovuto affrontare. La speranza era che durasse almeno l’intera giornata di modo da lasciarmi attivare in pace assicurazione, carro attrezzi, check up medico.
  • Terza reazione: prepararsi per affrontare la dura realtà con scene di svenimenti e ventate colme di disprezzo ed ira; avrei fatto in modo di levarle la patente e la bicicletta, assumendo a mie spese una domestica automunita.
  • Quarta reazione: vincere la scogliera dei suoi pregiudizi, rendermi consapevole che questa ennesima corsa nei meandri stradali in cui si andava a schiantare quella donna testarda, capricciosa e tirchia, presto sarebbero stati un divertente ricordo nostalgico. Tra quanto tempo infatti mi sarei trovata dinanzi a lei, a sminuzzarle il petto di pollo lessato il Mercoledì e, il trancio di Salmone cotto rigorosamente a vapore, il Giovedì? Quante volte le sue abitudini sarebbero diventate un po’ anche le mie? Quanto il riflesso nelle iridi lattiginose si sarebbe sbiadito, sarebbe stato reso opaco da una cecità della sua mente?

Il viaggio verso quella galleria lo feci in compagnia di una moltitudine di straniere naturalizzate in Italia, agenzie, il seducente assicuratore – mai e poi mai avrei ceduto all’invito a cena, benché con l’ennesimo incidente, il punteggio sarebbe salito esponenzialmente! – e l’assordante isteria di mia madre che preferiva torturare i miei nervi, piuttosto che cedere ai calmanti.

Avrebbe infine acconsentito allo chaperon femminile?

*

Abbiamo preso un caffè speciale io e Lidia, con amaretti sbriciolati ed una cremina così soffice. Pioveva a dirotto ma l’attrazione magnetica del teatro fu così prepotente! Entrambe avevamo bisogno di un clima familiare, una storia apparentemente semplice, già vissuta nel nostro quotidiano respiro. Volevamo assistere ad una messa in scena in teatro con la classica atmosfera di una scenografia stile anni Cinquanta, la luce soffusa, lo scialle che avvolgeva le spalle, le frange pronte a diventare le colonne sulle quali sarebbero scivolate fresche lacrime.

Pregiudizi, il sopracciglio un po’ tirannico, i parcheggi nei posti più lontani per non mostrare il proprio retaggio a scapito delle fitte di dolore artritico: ne sapevamo qualcosa!

A quante litigate e scaramucce avevo assistito durante le canoniche visite settimanali?

Quanto mi era costato l’ultimo mattino andarmene, senza badare al suo dormiveglia, trascinata in una riunione straordinaria per ridefinire l’organico dell’azienda?

Vederne la riproduzione su un palcoscenico era paragonabile ad una seduta terapeutica, una confessione di verità, resa spumeggiante.

*

Le storie possono essere banali, scritte e riviste migliaia di volte eppure, basta che siano presentate con quel carisma da brivido, il pizzico di follia, l’estro geniale di chi va oltre il semplice recitato ed ecco, il palco è un abisso, i dialoghi e i personaggi diventano muta e boccale. Ognuno è un sommozzatore in grado di immergersi per pescare ciò che è destinato a trovare.

<Hook, la sai una cosa?>

<Dica Signora Daisy.>

<Sei stato il mio miglior amico> n.d.r parafrasando “A spasso con Daisy”

La sua mano tremante come la voce, allungò verso l’uomo dalla carnagione matura, con il medesimo colore di una fava di cacao, una boccettina di profumo.

L’uomo si stupì, come aveva fatto Daisy a trovare la stessa marca che usava la sua povera moglie? Aveva setacciato tutti i negozi!?

Con i polpastrelli umidi per aver asciugato le proprie lacrime, prese la forchetta e fece assaggiare a Daisy la torta del ringraziamento.

*

  • Quante storie attorno a noi esistono con questi stessi argomenti?
  • Quante persone in difficoltà non accettano di dividere i propri spazi domestici con un estraneo affinché li possa aiutare?
  • Quante volte la scusa diventa “cosa può dire la gente di me?”

Quelle parole vengono a galla, come i reperti riemersi con il sommozzatore. Carica di queste emozioni, il plaid scozzese è rimboccato sulle gambe – sì, madre, inizia a fare freddo – che hanno visto tante primavere, eppure sono ancora lisce, nonostante la pelle abbia a consistenza della velina.

Con Daisy si è affrontato il tema del razzismo nell’America del Dopoguerra, preparandosi ad analizzare con molta umanità e professionalità, la questione legata alla malattia dell’Alzheimer. Per partecipare alla serata dedicata qui il link con tutti i dettagli: https://www.teatrogiudittapasta.it/spettacoli/alzheimer/

Si ringraziano: il cast artistico di “A spasso con Daisy”, il Teatro Giuditta Pasta di Saronno, Enrico Cantù Assicurazioni, gli organizzatori e gli interlocutori della Giornata del 27 Ottobre che prevede oltre alla lettura scenica, un momento informativo, con testimonianze di specialisti (dalle 18.30 presso il Foyer).

erica g.

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