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Timidezza: la virtù nelle linee di Francesco Zavatta

da | Ott 15, 2020 | Arte & Teatro

Francesco-Zavatta-Studio

Materico: ha corpo, è denso, viscoso, ha una tridimensionalità, una sostanza. Un grumo, liscio, pulsante di estro che sfocia via via, diluendosi, lasciando la materia, aprendosi sia alla profondità del mare liquido, sia all’immensità del cielo rarefatto.

Un volto ancora da vedere ma così squisitamente delicato e dolce al pari del temperamento dell’animo, una mano che si presta instancabilmente ad operazioni ormai meccaniche si potrebbe dire, una vita votata all’arte grazie ad un incontro.
Un libro, è sufficiente quello.

Immergersi tra le pagine e scorgere la propria missione. Per quest’uomo è stato così. La lettura di ‘Brama di Vivere’ di Irving Stone ricalca la vicenda umana e drammatica di Van Gogh, rivelandone il cuore pieno di desio nel comunicare disperatamente ciò che aveva dentro. Non era un matto come il comun pensiero condannava.

Per Francesco basta questo e il fascino della seduzione di Arte fa il resto.

Non si ferma ad una semplice infatuazione, lo prende con sé e lo accudisce, prende quella timidezza e la coccola. L’Arte, la pittura fa di Francesco un artista puro, pieno di grazia e delizia. Tutto è attutito dalla gentil timidezza che è elevata a virtù.
Francesco non ha alle spalle famiglia di arte, il padre è un imprenditore. Studia presso l’Accademia delle Belle Arti prima a Firenze e poi a Venezia. Ma la natia Rimini è qualcosa che ha dentro. È la voce della conchiglia: è sufficiente appoggiarla ed è lì nel suo mare, con il suo mare. Quella distesa pacifica, piena di storia e di densità, protagonista della prima mostra di quadri proprio su Rimini. Ed è un successo. Francesco sa che la rotta è giusta, è la propria.

FrancescoZavatta

Dalla distesa del mare ai cieli di Milano, cambiando la direzione dello sguardo, aiutato dai fili dei bus, dei tram, che si stagliano nello skyline meneghino. Pezzi di cielo, colori di nubi, guglie. Milano insegna a Francesco la sua aria, lo esercita facendo alzare gli occhi. I primi lavori di imbiancatura sono quelli che consentono a questo delicato Artista di far entrare Milano dentro le sue mani, nel suo pensiero. Arrivano i quadri fatti di fili, stalagmiti certe e solide, volte a raffigurare quelle guglie elevatrici.

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Francesco Zavatta ha vinto se stesso, pienamente.
Anna, sua moglie lo sa e di Francesco ne restituisce un Uomo ed un Artista candido i cui lineamenti sono la bontà, la riflessione, la gentilezza, la pacatezza e la semplicità.  Rimini è storia, Milano è quotidiano. Questa proposizione racchiude quella linea d’orizzonte di Francesco, evidenziata da Philippe Daverio, che è il denominatore sia delle opere ‘di mare’ che dei quadri ‘del Duomo’. Il colore arriva con delicatezza, portato in superficie con pazienza e attenzione. La chiave di volta per raggiungere l’intensità del colore di oggi è in ‘Duomo’ (opera con Madonnina): con uno sforzo ercoliano Francesco sa che il momento è giunto! Porta, prendendo con le mani a coppa, con la forza amabile di un’onda da cavalcare, il mare di Rimini e lo porta su, in alto, nel cielo di Milano.
E c’è la conquista piena del colore.

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Sulla tavolozza vediamo la squisita timidezza di Francesco miscelare con sapienza e reverenza l’olio di lino al Blu di Prussia (un pigmento in polvere): ottiene quella pasta materica che serve per creare le briccole viscose, corpose. Da esse partono linee, corde che finiscono nel mare, nelle acque. C’è il blu, c’è il giallo. Il grumo di corpo è nel punto di attracco della corda alla briccola. La corda, l’Io fragilità che rischia di perdersi nella vastità del mare, di acque sconosciute. L’acqua è Natura che può portare via. Ci sono le briccole i punti saldi.

 

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Abbiamo tutto per affrancare la fragilità e non naufragare. Questo il dono di Francesco nel periodo di chiusura dei mesi scorsi. Il dono da ricordare e mantenere, aggiornare, come il titolo della prossima mostra ‘Back Up‘ nella sua Galleria di Rimini (dove vi è un legame importante con il pittore Martinovic).
Francesco è nella linea del cielo (bello e ampio) di Milano, nella linea del mare (in cui non ci si perde ma ci si ritrova) di Rimini, in un’ Arte.

Essa arriva tramite lui con un messaggio pulito e leggero come i pistilli di un soffione: una linea fragile, incerta, marcata, di qualsiasi natura, è una linea ed indica una via… seguirne la traccia è trovare sé.

Grazie a Francesco Zavatta ed alla sua pura e sacra timidezza che ha permesso di trovare in una linea l’arteria creativa della bella Musa Arte.

Grazie ad Anna per il suo personale ritratto di un uomo, ancor prima di essere artista delicato.

Si ringrazia Francesco per l’uso delle immagini.

Francesco Zavatta sarà presente Sabato 17 Ottobre presso Suite&Atelier Lake Como (è un’incantevole dimora storica risalente al 1500, restaurata successivamente dall’illustre Spadacini ed incastonata nel verde smeraldo di una piccola corte medievale) per l’evento “Perchè la sostenibilità è anche inclusione”, realizzando de novo una propria opera. – si ringrazia la Residenza e tutti coloro che partecipano a questa opportunità davvero raffinata nel messaggio che porta.

erica g.

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