flexile-white-logo

Chiari, freschi e dolci versi tra Alberi e Rime

da | Set 15, 2020 | 360° Natura

IMG-20200913-WA0047 Mani diafane che si posano sulla grinzosa corteccia, voce che spacca le fronde di alberi dando fiato ad esseri vivi e maestosi e belli.
Si trascendono le emozioni ed infine la pioggia “cade / su la solitaria / verdura / con un crepitío che dura / e varia nell’aria /secondo le fronde / più rade, men rade” [D’Annunzio – La pioggia nel Pineto]. Che la verdura sia la nostra anima? Il nostro cuore che desidera abbeverarsi di aria pura?! Ah, quest’aria che manca, questo Ossigeno che non c’è!
E’ un Tardo Pomeriggio di Domenica, ecco, porto gli occhiali da sole, accanto a me, una ragazzina, ormai donna nel cipiglio che mostra, fa schizzi curiosi, bozzetti: che sarà mai?
Ecco che in tale atrio di bosco, tre creature magiche camminano: un elfo silvano dai fulvi capelli (Leonardo Lempi) che tanto assomiglia al gentil fauno, Madre Terra (Sarah Collu) di lino vestita e la Fata Madrina (Serena Nardi), dea ed eterea con il bel verde Eden, dolce e fiera nello sguardo regale. Un violino, oh Mastro Violin (StefanoTrotta) che zampetti rigoglioso proponendo note liete, talvolta gravi.
Ed in questo camminare, alzo lo sguardo, vi è la siepe “che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude” [Leopardi – L’Infinito]. Ma sedendo, tra questi alberi e cortecce, i pensieri vanno, si spingono!
S’io fossi… ma cosa si vorrebbe essere?
Un elemento della Terra o del Cielo?…
Certo vorrei avere un prisma di luce in cui sentire le voci arcaiche degli Avi… la maestria di Guide… gli occhi di un Lupo Sacro… S’io fossi… e una piuma si posa … [Pensieri sparsi dettati dal Bosco]

Questa piuma appartiene all’essere vivente alato intravisto al di sopra di questa stessa siepe, negli interminati spazi. I passi delle tre creature toccano tasti del cuore ed il naufragare mi è dolce, finalmente!

E si cammina attorno alla quercia rossa, emblema di forza, longevità, durezza. Non è un caso, nulla lo è! Qualcuno muove le cose da Lassù.
Con forza ecco voci potenti invocare una lode:

“Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, […] porta significatione.Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento […]” [San Francesco d’Assisi – Cantico delle Creature].

A questo inno alle Creature si uniscono i suoni degli alberi, perché si sa, ognuno ha il proprio!
“Il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.” [D’Annunzio – La pioggia nel Pineto]

Sapete che vi è la musica per questi sapienti e viventi maestri, gli alberi? Esiste ed è per loro una cura!

Riprende la cara e forte Madre Terra ad onorare le acque ed i “liti” beati, si strugge nel non poter essere all’altezza di lodare appieno la bellezza del creato, offre roche rime, permesse da un basso ingegno [Gambara – Onorate Acque].
Ma qual cosa più invera! Madre Terra, piena di carisma ha incarnato con dolcezza ed ornamento di grande stile i doni presenti della Terra!

Ed ora, cosa accade? Il gentil elfo silvano canta in mezzo ai tronchi della Quercia Rossa ed i tre si dilettano in un gioco di improvvisazione, quasi fossero bambini alle prese con i compiti dettati dalla maestra! Che burle e che scherzi: piccoli aneddoti emersi dalla memoria!

La Fata Madrina soave, richiama con solennità il momento dell’alba, nobile, dipinge con il suono rose vermiglie ed i fiori. I doni della natura possono essere riflessi nel viso. Poso così lo sguardo, riponendo gli occhiali da sole, sulla ragazzina tanto presa in un bozzetto curioso. Tra i piedi avverto una lieve brezza, ah!, che meraviglia!

Il focoso elfo silvano decanta la Santa Asinità richiamando la concentrazione su ciò che l’uomo teme di più, la morte. Tanto ilare all’apparenza quanto sconcertante infine. D’altronde una cosa è certa e dura:
“il frutto de l’eterna requie,
La qual ne done Dio dopo l’essequie.” [G. Bruno – In Lode dell’Asino]

E si cammina e si cammina. La ragazza disegna e la voce è una carezza. Non mi pare vero di raggiungere in un tardo meriggio, altitudini di pensieri così quieti, un benessere, la fluida energia del mondo che però non fa dimenticare quanto la vita sia un travaglio.

Pensieri freschi quiete benessere eppure la vita è un travaglio montale

Ma finalmente (sereno di Ungaretti) respiro! Sì, dopo un pomeriggio pieno di aria ferma, ecco l’ossigeno! Le tre Creature Magiche, invocando gli Avi, la Natura, il Dio, i Grandi Maestri, le Grandi e Piccole Donne ed Uomini di Storia, hanno dato il dono del respiro:

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo [Ungaretti – Sereno] Respiro con la consapevolezza che il mondo è un grande animale, ascolto la voce dottrinale del gentil elfo silvano al fin di ricordar chi sia l’uomo, chi sia la Terra. Su questa scia fatta di schiuma di idee e particelle di pensiero, giunge un dono, una coccola di fiaba data da Madre Terra. Odo voci arcaiche, un lieve turbamento che però non fa male.
Oh, Fata Madrina, tu siedi! Ed anche gli altri… vi è l’annuncio di un testamento profondo e divino, a memoria di un santo ramo che sostenne un uomo nella sua ultima prova: che strazio e che verità! Cruda può essere la vita dell’uomo! Violenta a tratti. Quanto dura la felicità? Sentire le loro voci è vedere una bambina che corre attorno al tronco della Quercia Rossa e ride senza cagione, bisbigli come sonagli fanno da sottofondo al suo canto solitario: “Canta sola
e salta per la strada: ché non sa
che mai bene più grande non avrà
di quel po’ d’oro vivo per le spalle,
di quella gioia in gola. A noi che non abbiamo
altra felicità che di parole” [Sbarbaro – La bambina che va sotto gli alberi] Quanto dura la felicità?
Chiedo a voi Alberi Maestri, chiedo a te Quercia Rossa, a te Madre Terra, elfo silvano focoso e fulvo, a te Fata Madrina! Datemi del muschio per proteggermi, ve ne prego! Sì, verrò di notte, a parlar con gli alberi che in quelle ore camminano e sono vivi!

E poi mi alzo, da questo bosco, incontrando l’alba, la ragazzina ha terminato i bozzetti, vi è un’aria frizzante. Ci incamminiamo, io e lei, verso dove? Casa, ah! Siam pronti alla vita con in testa il vento di Quercia e nel cuore la magia di fate, elfi, cortecce e muschio.

 

Si ringrazia il Comune di Varese, Villa Toeplitz, Chicco Colombo e tutti coloro che hanno permesso questo percorso importante e davvero magico chiamato appunto, “Il Respiro e la Maschera – teatro natura“; si ringrazia Serena Nardi, Sarah Collu, Leonardi Lempi, Stefano Trotta e tutta la Grande Famiglia di Red Carpet – Teatro Giorni Dispari

0 commenti

Related Posts: