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Marta Ossoli: la Pandora moderna, voce e verità dell’Arte

da | Apr 29, 2022 | Arte & Teatro

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Marta Ossoli | Il Mito di Pandora | La Monaca di Monza | Saronno – 5 Maggio ore 21.00

Una delle ultime letture riguarda il libro “Pandora” di Susan Stokes-Chapman per l’editore Neri Pozza.

Chiaramente la trama ha a che fare con il mito, la credenza è che sia esistita veramente una donna con le qualità mitologiche della bellissima fanciulla a cui fu donato un vaso capace come si sa di racchiudere molte cose, compresa la speranza.

Credere nei miti può apparire così folle, un po’ come badare alle coincidenze eppure, tutto ha un significato, tutto ha una cagione e la ricerca non è mai vana. Ci sono infatti degli incontri e delle conversazioni che ricalcano, seppur con toni differenti, situazioni perse nella memoria, come una sorta di déjà-vu, come un anticipo di futuro.

Nella fatalità o nel destino, l’incontro con Marta Ossoli, accaduto durante la lettura di questo romanzo ambientato nella Londra georgiana, ha acceso quell’intuizione che è palese quando si è di fronte ad una “scoperta” di una rarità. Marta Ossoli è, indubbiamente in chiave positiva, una Pandora moderna a cui Arte personificata, ha scelto di donare un vaso magico affinché potesse diffonderne il potere di bellezza, incanto, riflessione. Vedere una sua rappresentazione prima di poter dialogare con naturalezza e semplicità, è toccare i vertici di una profonda autenticità del personaggio che Marta interpreta: ci appare dinanzi ai nostri occhi Cleopatra, Circe, Donna Anna, Mary, l’amante di Zeno, sì!

Marta Ossoli è Cleopatràs

Il potere magico di Marta nell’essere donna prima di essere attrice: è più che un vestire abiti differenti, è realizzare quasi una osmosi.

Tutte queste Donne sono proprio lì in carne ed ossa, quasi che ci sfiorano le gote e ci incantano con doti da sirena. Ecco, la percezione quasi surrealistica ma così vera, traspare dalla voce, dalla mimica, dalla ricerca che Marta incarna e trasmette ad ogni interlocutore. Non si può parlare di pubblico dinanzi ad un talento che si è forgiato nel tempo, con passione e sudore, con un continuo vortice di emozione, pathos, coinvolgimento e assoluto amore verso la Bellezza.

Quel vortice che nelle produzioni sul palco deve cresce, si parte piano e poi si giunge verso le cime emotive, acclamate del vero sapore e sapere di conoscenza.

Si parla di interlocutore poiché ogni persona nel pubblico, diventa attivo protagonista del dialogo che si instaura tra attore e spettatore, tra Marta e me, tu lettore, ciascuno di noi. Un climax che inizia lento e poi va svetta, affronta irte colline senza incespicare in qualche rovo seminato sul campo. Marta lavora con metodo e accuratezza, forte degli studi in filosofia, attenta ad ogni emozione che un personaggio – da proporre e insufflare di vita sul palco – prova; Marta Ossoli analizza ed indaga il profilo animistico, metafisico, psicologico delle donne a cui dà forma e spirito.

Marta è “La Monaca di Monza”

Il confine tra le membra di Marta e quelle delle donne interpretate, è cosi labile, fine, sarà solo carta di riso trasparente, tanta è la concretezza di osservare l’effettiva presenza della Monaca di Monza, dell’amante di Zeno, delle donne elleniche!

Nel vaso donato a Marta la speranza è il primo seme che viene diffuso, in abbondanza!
Ha molteplici talenti la Pandora moderna – Marta – dallo sguardo e dalla vocalità comparabili a quelle tipiche del popolo delle sirene. In Lei però sono virtù, caricate da saggezza e maturità.
Nulla è per caso, nemmeno l’interpretazione di cui tratteggia gli intensi ed innumerevoli ‘scavi archeologici’ letterali occorsi per arrivare a ‘La Monaca di Monza’.

Marta è “La Monaca di Monza”

Si pone l’accento su “scavi archeologici“: una espressione che vuole identificare la pazienza, la minuzia nel dedicare davvero illimitate ore ad un lavoro ed una profilazione più che emblematica per cui, Marta e Mino Manni (regista de “La Monaca di Monza), ne sono stati rimasti rapiti.

  • Chi è questa donna spietata, questa donna vestita con la tonaca divenuta la redentrice delle peccatrici?
  • Cosa ha da dirci?
  • Qual è la vera storia?

Marta Ossoli e Mino Manni, nomi che diventano spesso un binomio indissolubile, data la collaborazione lavorativa e l’amicizia solida che confluisce nel portare il Classico, la tradizione Ellenica, il Moderno su un palco, dandole tutta la verità, la naturalezza, la grazia ed il trasporto che caratterizzano movimenti e personaggi che hanno servito l’arte e la bellezza facendone Storia.

Mino Manni e Marta Ossoli

Entrambi si gettano in un profondo studio dapprima su Fermo e Lucia, in secondo luogo sui Promessi Sposi, infine riprendendo Giovanni Testori.

Tre filoni che restituiscono una donna fatta di ambiguità, dualità, dicotomie, come del resto lo sono anche altre figure femminili classiche, archetipe, fragili e impossibili.

  • Come si chiama la Monaca di Monza?
  • Cosa è conservato negli archivi di Milano dove si tenne il processo in carico a questa donna vestita con un saio bianco?
  • Come ha passato tredici lunghi anni senza vedere il mondo esterno, murata viva, due sole aperture per ricevere aria e qualche misero avanzo?

1-®_Nicola_Vicini_foto_2018-Monaca-di-Monza-scaled.jpg – Riproduzione riservata

Marta ha letto e ha impregnato un po’ di sé in questa storia vera che conserva tratti violenti, di pietà, di amore malato, di pentimento.

Ecco in questo portare a te, a me, a chiunque decida per caso – o Fato? O la Provvidenza? – di vedere qualche pièce interpretata da Marta, deve sapere che nel suo quotidiano c’è anche lo spazio necessario e vitale della leggerezza, della musica, del dipingere, dell’essere se stessa con la solarità di un cielo azzurro e terso, indicato dagli occhi profondi, vivaci e conservatori della bambina che sceglieva di giocare improvvisando battute e canti.

A proposito di musica, Marta ricorda un magnifico episodio: cantando in uno spettacolo di stampo classico, dove erano presenti sinfonie greche, ha memoria di essersi fusa completamente in un personaggio ellenico. In scena era stata portata una parte de l’Odissea: la musica e le parole di Irene Papas erano talmente scolpite dentro di lei, dopo una ricerca così peculiare e intensa che la sua voce non la percepiva più. Il cuore le suggeriva che era nei panni della donna greca: ha spiccato il volo, con la sua capacità e sensibilità ha lambito l’estasi della purezza, per poi tornare ad essere Marta, fiera, comprensiva e custode di tanti messaggi.

Lei, Marta, Pandora moderna, estrae dal vaso figure che insegnano tanto, hanno ancora molto da raccontare sul loro conto.

Conoscere Marta e la Monaca di Monza è una occasione per apprezzare qualità artistiche elevate e per toccare con mano storia, mito e ciò che questa pièce porterà a ciascuno.

L’appuntamento è a Saronno, al Teatro Giuditta Pasta, Giovedì 5 Maggio ore 21.00

Per info e biglietti : https://www.teatrogiudittapasta.it/spettacoli/la-monaca-di-monza/

Si ringrazia Marta Ossoli, per la preziosa conversazione e l’opportunità di conoscere “a tu per tu” una donna talentuosa, naturale traboccante di vita e grazia.

Si ringrazia il regista Mino Manni, il teatro Giuditta Pasta per l’accuratezza e l’attenzione nel proporre opere dallo spessore che apre ad ampi respiri.

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