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Lungo il Lago di Como: piccole storie nella Storia

da | Ott 18, 2020 | Travel

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“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte […]” – A. Manzoni

 

The first time I went there I completely fell in love with the place,” he said. “Nature is just incredible there – the varieties of green, the colors of the birds – it is fascinating.” – Beppe Spadacini

(n.d.r – La prima volta che ci sono andato mi sono completamente innamorato del posto”, ha detto. “La natura è semplicemente incredibile lì – le varietà di verde, i colori degli uccelli – è affascinante – cit. Beppe Spadacini, viaggio a Bali)

Suites Atelier Lake Como: una dimora storica risalente al 1500, situata in una piccolissima corte medievale, uno squarcio di bellezza e respiro incastonato in una insenatura della strada principale del lungo lago di Como. Ha ospitato lo studio del celebre stilista Beppe Spadacini, da alcuni definito “viaggiatore e accumulatore seriale”.
Il verde che avvolge, protegge la dimora, è pregno dell’aria lacustre autunnale e incontra l’alito tropicale e squisitamente esotico di uno stile che restituisce stupore, scoperta, tranquillità. Sentirsi a casa ed essere contemporaneamente in ogni parte di mondo, sospesi tra foglie di palma, appagati in un giardino cinese, in apnea tra pesci d’oltre Equatore, sonnecchianti con tigri e pantere su rami di Baobab, pensierosi nella stanza coloniale…
Come i rami che dipartono dal tronco maestro. Come quel ramo di lago di Como così lodato da Lucia per mano del Manzoni… eppur questa volta non c’è un “Addio Monti” che fa commuovere con lacrime di congedo. C’è piuttosto un Nobil Signore, Matteo Toia, che fa una domanda strana:

Cosa evoca questo posto, come siete giunte qui?

Quel tono e viso suggeriscono un meraviglioso benvenuto! Un invito per ciò che è ancora da rivelare; sarà proprio questo lo spirito che aleggia nell’aria illuminata dal terso Sole? Un’aria di inclusione e sostenibilità verso l’ambiente e verso i dimenticati…

Senza pensarci la risposta:

“Questo posto evoca storia, qualcosa da scoprire da far venire alla luce”.

Ed è un caso, una coincidenza o forse, il Fato, addirittura la Provvidenza (Manzoni fa di nuovo capolino!)?

No! Non è un caso! Qui incontriamo quattro artisti che con le loro opere fatte de-novo, apparentemente realizzate “a getto di vernice”, mostrano in un modo nuovo, la Storia e Le storie da portare alla luce, da non far dimenticare. Ci sono libri da scrivere in cui confluiranno tantissimi racconti di donne e di piccoli grandi uomini.

Questi artisti fanno delle linee la loro missione, la loro professione, usando metodi tradizionali (olio su tela, acrilico…) ed innovativi (la fotografia, la digitalizzazione…) restituendo e dimostrando un quotidiano da intercalare nel presente, da far vivere!
Per questo talvolta è necessario cedere e perdere la tridimensionalità a favore di una superficie bidimensionale. Può valerne la pena ed oggi lo abbiamo compreso appieno.

Tra le mura cariche di densità del Passato e di Spiriti nell’Aria, pareti su cui spiccano Uccelli Esotici e Stampe Animalier, incontriamo Francesco Zavatta con il suo meraviglioso senso nascosto di una linea. Nella sua opera predomina il giallo intenso, dorato, penetrante, luminoso. Entra dalle finestre della dimora di Spadacini. C’è da naufragare come quelle briccole materiche, l’Io fragilità dell’anima e del corpo che rischia di perdersi, finendo in schiuma… No, non accadrà perché Francesco tira le corde e affranca per sempre quell’anima e quel corpo, la salva definitivamente. La sua timidezza affrancata ci confida un messaggio che ha una cadenza ben precisa. Un appuntamento con le storie piccole ed immenso, come una goccia, come il cielo che diventa un po’ mare. Un messaggio perché sostenibilità è inclusione della Natura, dell’Uomo.

Una linea, una corda, un ramo che caratterizza tutto.

Manuela Carnini, Donna di Rosa, trova il suo pieno compimento diventando simbolo e materia di quelle voci sottili e nascoste di donne che gridano e vengono dimenticate. Chi si ricorda la guerra quotidiana e silente con carnefici che le distruggono a poco a poco? Una nuova tecnica, una poesia di lilla, bianco e viola che germoglia in decine e centinaia di rose, ci regala due dimensioni perché è necessaria la voce per dare il terzo elemento, quello materico. La voce di donne che combattono ogni giorno, che meritano di essere ascoltate e accolte. (Manuela, da tempo legata al lavoro meraviglioso, umano e nobile portato avanti da E.VA onlus centro antiviolenza di Busto Arsizio ne è “icona” ufficiale).

Andrea Crespi e la sua visione dell’Arte Nuova che passa per la digitalizzazione con il tocco finale dell’artigianalità. Originalità unita a fine pazzia nel combinare geometrie e linee. I colori tutti presenti all’inizio della sua interpretazione di Arte, passano attraverso l’imbuto del Tempo. Resta il bianco lucente ed il nero assorbente, salvando il rosso. L’illusione ottica è protagonista del quadro di oggi e un pensiero azzardato farà strada: la personalità di Andrea passa per quel labirinto di Dedalo e quale immagine ci restituirà?

Restituire: il mare lo sa fare bene! Restituisce storie e memoria. Custodi indiscussi sono vivaci pesciolini, carichi di dolcezza e tenerezza. Testimoni fedeli di una storia racchiusa nel mare di una donna che sa di rosso, piena di passione, vita, concentrazione e metodo. Raffaella Porrini non lascia il suo bambino (la sua tela che è cosa viva!) fino a che non è compiuto. Lo osserva e si chiede se c’è tutto, solo la sua firma mette fine a questo trambusto soave che agita l’animo di una fine artista.
È la tenerezza di una madre saggia che culla i pesciolini, graziosi bambini attorniati da alghe, fidate guardie di migliaia, milioni di anni di Storia.

Anche la dimora di Beppe ne è ebbra!
Ebbra di storie da evocare, da dire, sussurrare, tramandare. Vi è un archivio che si svela, offerto al Giorno che sorge da nobili uomini e donne che ci credono ancora!
La Provvidenza e lo scorcio di un ramo di Como in una corte medievale …
e la storia si snoda su linee due dimensioni: inclusione e sostenibilità; la terza è il quotidiano da sostenere e darne corpo e materia e anima!

Come?

Scalando i piccoli gradini della vita di sempre dove ci sono le storie di noi. Anche la dimora di Spadacini ha stupendi gradini che portano da un piano all’altro. Bisogna stare attenti per via della loro altezza, non ne si conosce la misura ma si sa che è l’altezza in cui si trovano sospesi i cuori di noi uomini e donne.
La terza dimensione qual è?
  • “…il guadagno di scavare dentro sé nel proprio archivio, come suggerisce questa stanza, le pennellate a due dimensioni della Donna di Rosa, che sono bianche, viola e lilla”…
  • la corda tirata affinché la Briccola trovi l’appiglio, sia per sempre affrancata in un Mare che è sole”…
  • fili di alghe che sottendono alla tenerezza di una Madre che culla sino a che i suoi graziosi bambini non sono pronti per nuotare nel mare Rosso della Vita…”
  • “…un volto nascosto tra linee di labirinto. Una illusione od una maestria ottica che passa per un moderno da intercalare nella tradizione…”
Presto vi sarà un volume pieno di Storia, meticoloso e degno rilievo della dimora del celebre Spadacini.
L’Archivio di Beppe è uno scrigno prezioso fatto di migliaia di materiali, oggetti, stampe: portarlo a tutti è la missione, è la conquista della terza dimensione, una roccia che spunta dalle profondità della vita di Spadacini, dalla storia che ha sulle spalle la dimora diventando il monte sacro da cui trarre ispirazione, creazione…

Nobil Signore queste pietre hanno un’anima, ben lo sa la Provvidenza che a voi tutti le ha fatte trovare per raccontare!

Si ringrazia Suites & Atelier Lake Como, l’architetto Ivo Maria Redaelli, la famiglia Cimmino e Carlino, l’imprenditore Nicola Giglio, Studio Tucano by Beppe Spadacini, Matteo Toia, gli artisti Manuela Carnini, Francesco Zavatta, Andrea Crespi, Raffaella Porrini e tutti coloro che hanno reso possibile l’evento.

erica g.

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