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A Varese, con Il Mo Fabio Bagatin, attraversando un ponte tra ‘800 e ‘900, ri-scoprendo Artisti

da | Giu 13, 2022 | Arte & Teatro

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Dopo che fu eseguita la prima londinese del Messiah di Händel, un mecenate si complimentò con il compositore per l’ottimo “intrattenimento”.

Händel rispose così: “Mio signore, sarei molto dispiaciuto se li avessi soltanto intrattenuti. Vorrei renderli migliori“.

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Salire sul palco per dirigere un’orchestra non è una mossa che prende vita dal voler mostrarsi bravi, virtuosi piuttosto che mettere a nudo scorci di genialità. Non è sufficiente e non basterebbe per perseverare la strada dell’Arte, l’amore sacro per il bello. Ci vuole molto di più per scalare quei pochi gradinetti che conducono il direttore di un’orchestra dinanzi ai suoi orchestrali e con un cenno posato, garbato ed elegante dare il via ad un concerto.

Le emozioni, la passione che pulsa e si genera, a mano a mano che le note vengono portate a galla, grazie al sudore fresco, profumato ed inebriante, di labbra umide che si poggiano sul bocchino del clarinetto, di polpastrelli che pizzicano le corde, di palpebre semichiuse che scivolano quasi volendo premere i tasti bianchi e neri di un pianoforte.

Si avvia una vibrazione contagiosa che avvolge l’orchestra tutta, con il direttore e con il pubblico: tale è la forza che si sente un respiro comune, una concentrazione la cui densità è pari a quella di nuvole grondanti una sacra benedizione.

Con questo termine, scoperta, si innesta la conversazione con un direttore d’orchestra la cui Voce e preparazione è garanzia di raffinata sapienza, conoscenza ed umiltà. Fabio Bagatin, direttore d’orchestra dell’Orchestra Cameristica di Varese è prima di tutto un uomo dalla straordinaria sensibilità. Lo si coglie già dai primi scambi, conversando sulla filosofia e sulla missione che da ben diciotto anni accompagna la sua quotidianità e la sua orchestra.

Il periodo di riferimento che il Maestro Fabio Bagatin porta e diffonde è compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e la Prima metà del Novecento. Scopriamo una musica a cui non siamo abituati la cui bellezza è da svelare poco a poco, recuperando gli spartiti, le partiture, studiando il pensiero di compositori i cui nomi nella nostra bella Italia -purtroppo – sono andati perduti.

Eppure il repertorio di questi decenni è una fonte straordinaria ed inestinguibile di espressione di sentimenti, di promozione delle emozioni con sfumature ben differenti da quello che in quegli anni erano “di moda” da noi.

Non è solo un elenco, oltretutto dovrebbe essere ben più corposo e lungo! Sono artisti che durante la conversazione con il Maestro Bagatin hanno riempito in qualche modo, con il loro pensiero, la loro genialità, gli intermezzi di silenzio, doverosi, tra un quesito, un appunto, una risposta.

Quante musiche, quante partiture possono e devono essere riprese e promulgate. L’Associazione Cameristica di Varese e la sua orchestra hanno proprio questo compito: portare sì la musica classica ad un pubblico sempre più ampio, ma senza perdere la rotta, l’orizzonte.

Il repertorio che l’Orchestra Cameristica di Varese ha affrontato nei diciotto anni della sua esistenza è amplissimo e si estende da Haydn, Mozart ai contemporanei, ma gli orchestrali, tutti professionisti del territorio, hanno una stella polare, fissa, certa, concreta, tale da inserirla come ago magnetico puntato verso il Nord, nel proprio statuto. Questo Nord è la diffusione delle correnti musicali che si collocano sulla linea del tempo già menzionata: seconda metà dell’Ottocento e primi del Novecento.

Perché sottolineare con delicata ma necessaria insistenza questo punto?

Ecco perché l’Associazione Cameristica di Varese da quasi un ventennio si sposta, abbracciando un bacino che va oltre la città di Varese, propone un ampio programma crocevia di interessi molteplici che prende i nomi de “La Musica degli Angeli”, “Interpretando Suoni e Luoghi”, “Segno Spazio e Armonia”.

Non solo quindi il Maestro Fabio Bagatin propone una musica sicuramente da elevare e rilevare con la giusta luce ma, la coordina coinvolgendo figure esterne e, altrettanto importanti, capaci di coniugare, collegare la bellezza delle note ai temi sociali, culturali, storici. Partiture, spartiti, luoghi e contesti non sono casuali, contengono un preciso significato: una valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del nostro territorio.

Non è un caso che l’Associazione e l’orchestra contengano nel proprio nome “Varese”, entrambi sono nate proprio con l’auspicio e il patrocinio del Comune medesimo perché portassero un contributo stabile duraturo alla città. Un appunto imprescindibile poiché nel momento in cui le istituzioni riconoscono e attribuiscono il giusto valore alla missione di uomini e donne dediti all’Arte, la simbologia nascosta dietro a tale merito, è di grande portata.

Varese con il Maestro Bagatin e i suoi orchestrali reca in sé la capacità di viaggiare, di essere testimone di un’epoca assolutamente da ri-cor-dare. Con queste musiche è davvero possibile accordare il cuore a suoni che in fondo sono solo da pescare nuovamente nelle profonde pozze della memoria.

La conversazione si sposta infine, sulla serata del 15 Giugno in occasione del Varese Estense Festival Menotti. Il Maestro Bagatin al pianoforte con Francesca Patanè e Marco Chingari (famosi Soprano e Baritono), darà vita ad una colonna sonora cucita sul racconto biografico di Gian Carlo Menotti, realizzato da Silvia Priori, testimone – erede artistica del Compositore grandioso e geniale, pieno ed ebbro di emozioni. La sua musica per l’opera lirica nasce proprio dal sentimento. Forse è per tale motivo che la memoria ne ha perduto le tracce, all’epoca in cui Menotti scriveva in Italia vigeva una corrente di pensiero che spingeva verso modi di scrivere espressionisti, quel grido originario dell’anima in preda all’orrore e all’angoscia che ben veniva rappresentato dall’atonalità o dalla dodecafonia promulgata dalla già citata seconda scuola di Vienna. Per questo la sua musica veniva trascurata e lui veniva, ingiustamente, tacciato di “copiare” Puccini.

Il Maestro Bagatin incontra Silvia Priori ad una premiazione, il comune amore per Menotti, a pieno titolo tra gli autori che l’Associazione Cameristica ha la missione di far scoprire, li porta ad un progetto comune: un tributo al maestro nel 110° anniversario della nascita, una nuova veste di “Una vita per due mondi”, spettacolo biografico, che Silvia aveva concepito qualche anno prima, molto più, in realtà, che un omaggio al Maestro.

Si ringrazia con la delicatezza di un’Aria – la stessa che emerge dalla personalità raffinata dell’interlocutore – il Maestro Fabio Bagatin e l’Associazione Cameristica di Varese

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